CAFFE' SAN CARLO

Post N° 187


EPPUR SI MUORE
Si chiamava Francesco Perrotti ed aveva 33 anni.Abitava a Lucera, in provincia di Foggia, e faceva il camionista. Capriccio era il suo nome in codice, quello con cui scambiava  messaggi con il suo "baracchino" con i colleghi camionisti su e giù per le strade d'Italia. Aveva una innocente mania: aveva equipaggiato il suo camion con ogni sorta di accessori:  dal frigo con congelatore al forno a microonde, dall' impianto televisivo satellitare al computer; e di queste cose ne andava fiero, tanto che in un'intervista a Enrico Lucci de "Le Iene" sottolineava il fatto che il suo automezzo fosse il più accessoriato in assoluto. Ebbene, un giorno ebbe una discussione alquanto animata con un altro autista delle sue parti che  lo avrebbe preso in giro per la sua manìa e pare che fossero passati anche a vie di fatto. Fatto sta che qualche giorno dopo il Perrotti è stato affrontato dal padre del rivale che gli ha esploso contro alcuni colpi di fucile uccidendolo.Concusione: è vero che la morte può essere in agguato in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo, ma, vivaddio, ha senso morire per simili banalità?