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Un maestro del Novecento pittorico

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« UGO SAMBRUNI UN GRANDE D...OPERE »

Post N° 7

Post n°7 pubblicato il 08 Febbraio 2007 da albertarius
 
Foto di albertarius

11 MARZO 2004 MADRID

Come una nuova GUERNICA

L' epoca è diversa e differenti sono le situazioni e le proporzioni della catastrofe, ma il dolore, che sta alla base di Guernica ( 1937) di Picasso e 11 Marzo 2004 Madrid ( 2004 ) di Ugo Sambruni, è lo stesso: il dolore della strage degli innocenti.

Sono nel dipinto, come scaturigine e humus dell' opera, gli orrori, gli strazi della guerra che il Sambruni ha vissuto al fronte nella seconda guerra mondiale.

Il toro e il cavallo dominano nel dipinto di Picasso, simboli della brutale forza distruttiva, il cavallo impatta potentemente nella tela 100 x 145 del Sambruni, segno di forza guerresca e di violenza per molti secoli.

Il toro e il cavallo che calpestano l' umano, la storia e la cultura in Picasso. Il cavallo che sovrasta e schiaccia l' edificazione della civiltà in Sambruni. A questo rimandano gli elementi costruttivi in basso al dipinto.

Nell' opera di Picasso si articola una composizione di toro, cavallo, sinistro personaggio che sovrasta dall' alto i poveri essere umani maciullati. Il  dolore vi è rappresentato in gesti e contorsioni di posture e drammaticamente gridato, urlato. L' opera è, sia pure in maniera estremamente sintetica, tragicamente descrittiva e rappresentativa del dolore. E' l' articolazione tutta intera della composizione che urla al cielo ed esprime la strage e il dolore umano.

Nel lavoro del Sambruni la composizione è ridotta al solo simbolo, il cavallo, coartato in uno spazio come in una prigione e saldamente postato sui pochi elementi urbani, sinteticamente accennati in rosso, che suggeriscono l' ambiente della strage. Non vi è drammatizzazione scenica, non vi è dolore urlato, gridato, rappresentato. Tutta la strage e tutto il dolore sono solo suggeriti dal simbolo.

Picasso aveva 56 anni quando dipinse Guernica, Sambruni ha firmato la tela a 86 anni, con intatta tutta la sua grande forza espressiva e maturità tecnica. Davvero che l' artista ha conservato la possibilità di esprimersi all' altezza del grande dolore che ha mosso la sua ispirazione.

La sensibilità artistica che struttura l' opera del Sambruni è quella che  risente degli sconvolgimenti del figurativo nell' arte del Novecento, specie dopo Picasso. Questi stravolgimenti del figurativo, per altro piuttosto contenuti, nella tela del Sambruni sono assunti in senso fortemente espressivo non tanto del dato estetico quanto del dolore. Sono il modulo espressivo più adatto a esprimere il dolore, la sofferenza, l' insensatezza umana che deturpa e disonora la propria specie con azioni efferate.

La potenza strutturale del cavallo, simbolo della forza distruttiva, la sua ambiguità figurale, la tavolozza in bianco e nero, i forti contrasti di tinte, i tagli che segnano e sottolineano la forza prorompente del cavallo, i vari segni, le diagonali, le ferite ricucite, le finestre, le allusioni al dentro, dove nasce il male, connotando il cavallo come un moderno cavallo di Troia da cui esce l' autodistruzione, concorrono a esprimere un' immagine d' impatto tragico dell' orrore della società odierna e un' icona dolorosa di una quasi impossibile convivenza pacifica oggi.

Sul cavallo solo qualche accenno di colore nella parte posteriore e in basso alla tela, allusione al sangue versato insensatamente dagli uomini. Giustamente l' artista accenna solo; è già troppo l' orrore che prova la mente al pensiero della strage che risparmia agli occhi la visione dell' aspetto più terrificante, quello del sangue. All' artista interessa esprimere l' essenziale della tragedia, risparmiando l' orrido dei particolari. Anche la grande sintesi, l' essenzialità tecnica della sua pittura, concorrono efficacemente e potentemente a questo modo di alta maturità nell' esprimere la tragedia.

Una grande tela, quella del Sambruni, firmata a 86 anni, carica di impatto visivo, come è giusto volendo esprimere un grande orrore come quello di Madrid e piena di simbolismo allusivo della forza bruta insensata del male. Un' opera che, oltre arricchire l' arte, spinge l' uomo di oggi a riflettere, a ricuperare se stesso, a ritrarsi dall' abisso. Nell' orrore e dolore del Sambruni, che ha tirato fuori dalla propria anima questa creazione artistica dolente, non vi è un intento di pittura d' occasione o di pittura di messaggio, ma qualche cosa di ben più alto: la grande tela parla con la propria vis espressiva e connotazione artistica, ponendosi, per il suo valore e forza immediata al di là e al di sopra di qualsiasi contingeza e messaggio effimero.

Il messaggio è quello che ci viene dalle opere dei grandi, da Guenica a tante altre,  fino a 11 marzo 2004 Madrid del Sambruni: il messaggio del dolore del quotidiano e il dramma dell' artista che, vocato al bello, dovrebbe celebrare la bellezza e invece è costretto a non estraniarsi dalla realtà ed è obbligato a documentare la bruttezza e l' orrendo.

Il cantore di tanti straziati Cristi, dei Cristi in Croce, questa volta ha dato voce alla immensa passione e crocifissione dell' uomo di oggi, di quell' uomo che avendo dimenticato l' amore della Passione di Cristo è destinato a ripeterla nella propria carne sotto forma di odio e distruzione.

Ciò che il Sambruni ha reso dolorosamente e drammaticamente sulla tela con la potenza della sua arte è proprio la passione e crocifissione dell' uomo di oggi senz' amore.

Mario Chiappini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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