le sirene d'Ulisse

.


L’assassina
 Suo marito era partito per l'estero e da anni non dava segnali di vita. Era rimasta sola, una vedova bianca a ventisette anni con una bambina da crescere e in più in un remoto paese al nord della grecia. il velo nero aveva coperto completamente la sua esistenza, era sola e doveva rimanere sola, perché il contesto lo chiedeva e in più doveva crescere la figlia.Serra nel più nero silenzio la sua femminilità e scansa con mani e piedi la sua anima femmina per andare avanti, allora erano gli anni sessanta e il mondo era diverso.Chiude nel più lugubre isolamento la sua entità e quando il calore del vulcano esistenziale bruciava le sue guance, quando la lupa ululava alla luna, usciva in silenzio nell’aia, attingeva un secchio d’acqua fredda dal pozzo e stringendo i denti se la rovesciava addosso, per spegnere il fuoco.Ora la figlia è cresciuta e da quando si è sposata, la vedova sente l’odore di maschio, poi la notte quando i sospiri diventano urli, sente la sua pelle rabbrividire. Lei che non aveva guardato un maschio da quando era sparito suo marito, ora sente il languido respiro della sua anima sulla sua pelle e brucia dal desiderio, brucia come un vulcano da anni spento e si alza di notte, attinge l’acqua dal pozzo e se la versa addosso……  auguri a tutte le donne