SOLI CONTRO LA MAFIA

Post N° 23


 Stipendi d'oro al comune di Taranto, tutti in libertà.Tutti in libertà a distanza di quasi quattro mesi dalla fatidica alba di luglio in cui deflagrò lo scandalo degli stipendi d’oro. Con due eccezioni che riguardano chi già dietro le sbarre, è stato raggiunto da un altro mandato di cattura per l’affaire pineta “Cimino”.  E’ in sintesi l’ultimo capitolo dell’indagine sulle buste paga da sogno al Comune di Taranto. A scriverlo, questa mattina, il gip Pio Guarna che ha revocato le misure restrittive ancora in piedi che proprio lui aveva decretato su richiesta del procuratore capo Aldo Petrucci e del suo sostituto Ida Perrone.Stamani il magistrato rimesso in libertà anche quelli che venivano indicati come i personaggi principali del presunto raggiro, ai danni della pubblica amministrazione.Sono tornati in libertà, quindi, Cataldo Ricchiuti e Giuseppe Cuccaro, difesi dagli avvocati Luca Balistreri e YleniaLucaselli, Leonardo Cafuoti, difeso dall’avvocato Luca Balistreri, Francesco Grassi, assistito dall’avvocato EgidioAlbanese, Nicola Blasi, assistito dall’avvocato Domenico Rana, Orazio Massafra, assistito dall’avvocato Nunzio D’Amico. Il provvedimento ha revocato anche le misure in atto per Luigi Lubelli, l’ex dirigente del settore finanze del Comunee per Carlo patella, rispettivamente assistiti dagli avvocati Egidio Albanese e Raffaele Errico. I due, però, sono rimasti dietro le sbarre in forza dell’arresto scattato per entrambi nell’inchiesta sulle anomali che avrebbero contraddistinto la gestione del parco Cimino. La decisione odierna del gip Pio Guarna è giunta dopo il via libera dato ai provvedimenti dagli stessi magistrati(luce verde che lascia intuire una chiusura a breve delle indagini, perlmeno per quanto riguarda questo troncone)che hanno scoperchiato lo scandalo delle retribuzioni da sogno costruite indebitamente a tavolino, secondo gli investigatori,mediante il meccanismo dei progetti-obiettivo.Un grimaldello grazie al quale gli stipendi degli inquisiti sarebbero lievitati a dismisura sino a raggiungere livelli da favola ed arrecando un danno alla cassa pubblica di quasi cinque milioni di euro. Un meccanismo evidenziato grazie alle indagini condotte dagli uomini della Guardia di Finanza e che ora procede. Nel mirino degli investigatori, infatti, ci sarebbero altri uffici comunali in cui il malvezzo si sarebbe sviluppato. Andrà a finire che ci colpevolizzeranno a noi poveri cittadini