SOLI CONTRO LA MAFIA

Post N° 167


Arciere, l'uomo che arrestò Riinaè indagato per estorsione:restituisce medaglia d'oroCatturò Riina, ora è stato indagatoIl maresciallo dei carabinieri del Nucleo di 'Ultimo', noto col nome in codice di 'Arciere', ha restituito al capo dello Stato la medaglia ricevuta per la sua attività. Il motivo del gesto, secondo quanto riportato dal tg Studio Aperto, è l'accusa al maresciallo - da parte della procura di Torino - di concorso in estorsione per il ritrovamento del tesoro rubato della Palazzina di caccia di Stupinigi nel 2004.La vicenda che segue la procura di Torino è ancora da chiarire ma sembra legata al periodo di servizio al nucleo Tutela patrimonio culturale del maresciallo: il ritrovamento del "tesoro" della Palazzina di Caccia di Stupinigi (oggetti d'arte e di antiquariato per un valore stimato in venti milioni di euro) trafugato nel 2004 e fatto ritrovare in un campo distante pochi chilometri alla fine del 2005.Per ottenere la refurtiva, l'Ordine Mauriziano (proprietario della Palazzina) aveva pagato 250 mila euro: un'estorsione in piena regola, secondo i magistrati, che proseguendo gli accertamenti ritennero di dover esaminare la condotta di "Arciere" e di un sovrintendente della polizia stradale. Le indagini sull'episodio sono in pieno svolgimento, mentre i presunti autori del furto, un gruppo di nomadi sinti piemontesi, sono già stati individuati, arrestati e rinviati a giudizio.
La lettera del maresciallo ArciereRiconsegna la medaglia d'oroSignor Presidente della Repubblica,chi Le scrive è il Maresciallo dei Carabinieri [...], soldato tra i Suoi soldati, per rivolgerLe una preghiera.La prego di voler accettare, in restituzione, la medaglia che il Presidente della Repubblica pro tempore Carlo Azeglio Ciampi volle concedermi, in data 20 aprile 2006, con atto n.1 del registro diplomi e n.247 di posizione, a seguito del ritrovamento delle opere d’arte trafugate dalla palazzina di caccia di Stupinigi, onorandomi di una ricompensa che mi riempì di gioia ed intensa commozione. Gioia che è stata offuscata dal venire a sapere che, quella mia attività di indagine è, da mesi, all’attenzione della Magistratura torinese che ha deciso di iscrivermi nel registro degli indagati per il reato di concorso in estorsione. Ma non è un problema legato a me, la mia dignità è stata calpestata senza alcun riguardo, la stampa ha banchettato sulle spoglie del guerriero caduto, suggendo alle sue ferite, senza che una voce si alzasse in mia difesa. Il problema, ora, è quello di difendere il mio Presidente, Capo delle Forze Armate e simbolo della Patria, che, a sua volta, potrebbe essere oggetto di analogo attacco. Questo non potrei accettarlo. Un soldato, perché tale sono, muore per il proprio Comandante, senza un lamento e senza esitazione. Mi conceda, pertanto, di riconsegnare, personalmente, nelle Sue mani, la preziosa onorificenza, di cui sono e Le sarò, per sempre, grato, concedendomi il privilegio di evitare che il fango delle accuse macchi il prezioso simbolo.Nella mia anima il ricordo dell’onore concessomi rimarrà immacolato e mi darà la forza di affrontare questa sorta di persecuzione che mi distrugge  la vita, sia professionale sia privata. Confido nella Sua, nota, generosa disponibilità, attendendo che Ella disponga la mia venuta presso di Lei per il doveroso gesto.Viva l’Italia.