Il Messia

Il vero Gesu'


 Agli occhi dell'istituzione religiosa Gesù era un eretico, e agli occhi della nazione era un distruttore della legge religiosa. I suoi parenti lo respinsero e lo cacciarono di casa. Il gruppo che circondava Giovanni Battista lo respinse. Così egli andò nel deserto, ma anche lì Satana gli diede la caccia. E questo non fu tutto. Alla fine, l'intera nazione si mobilitò per costringerlo a percorrere la via della morte sulla croce, la via del Golgota.Gesù, tuttavia, versò lacrime per la nazione che lo stava respingendo come un traditore. I capi della religione ebraica trattarono Gesù come un eretico, ma lui versò per loro più sangue e lacrime di qualunque sacerdote. Non una sola persona di quel tempo stette dalla sua parte, ma Gesù era un amico di quell'era. Fu respinto come un traditore, ma era il patriota più grande. Fu respinto come un eretico, ma era il credente più fedele.Gesù percorse un cammino miserabile, la via della croce, dove le persone lo spogliarono dei vestiti, lo spinsero, lo gettarono a terra con la forza. E non fu tutto. Uomini malvagi lo picchiarono e lo flagellarono. In quella situazione, se Gesù fosse stato come Elia, avrebbe potuto dire alle persone: "Io sono l'unico dei profeti del Signore" (1 Re 18:22). Ma quando Gesù lasciò i suoi discepoli nel Giardino del Getsemani e andò a pregare, disse: "Padre mio, se è possibile, allontana da me questo calice; tuttavia non sia fatta la mia, ma la Tua volontà" (Luca 22:42). Questa fu la sua grandezza. Gesù capì che il suo corpo era un'offerta in sacrificio per la nazione, un'offerta in sacrificio per l'umanità e un'offerta in sacrificio per la Provvidenza del Cielo.Poiché capì questo, Gesù, pur non negando il suo dolore personale, si preoccupò più di quanto dolore doveva aver provato Dio. Gesù era apparso per il bene della nazione ed era preoccupato di quanto doveva essere addolorato Dio nel vederlo respinto come un traditore. Gesù era il principe del Cielo, il personaggio centrale di tutto l'universo, e il Messia. Se avesse voluto, avrebbe potuto lasciarsi prendere dall'autocommiserazione e chiedere perché mai doveva percorrere la via miserabile della croce. Avrebbe potuto mettere in moto l'intero universo per tirare un profondo sospiro di disperazione con lui. Ma Gesù capì che la sua posizione non era di struggersi nella disperazione. Invece, si spinse fino al punto di sentire che doveva chiedere scusa al Cielo per essere stato respinto.Gesù aveva la responsabilità di riunire l'istituzione religiosa, di riunire la nazione, di costruire il Regno dei Cieli e di riportare il mondo nel petto del Padre. Eppure, quando fu costretto ad abbandonare questa missione e a prendere la via della croce, non provò rancore verso nessuno. Non pregò: "Allontana da me questo calice" per paura della morte. Anzi, pregò in quel modo perché sapeva che la sua morte avrebbe accresciuto il dolore della nazione e il dolore di Dio.Gesù sapeva che se fosse morto sulla croce, una croce ancora più pesante sarebbe rimasta per le generazioni future dell'umanità. Questo voleva dire che la storia di sofferenza non sarebbe finita. Gesù sapeva che la via del Golgota non sarebbe finita con lui. Sapeva che la via della morte non sarebbe finita. E sapeva che se avesse percorso la strada del Golgota, anche quelli che lo seguivano avrebbero dovuto percorrere la stessa strada. Gesù sapeva che al di là della croce c'era un corso ancora più difficile.Mentre gli facevano portare una corona di spine, gli venivano conficcati i chiodi nelle mani e nei piedi e il suo costato era trafitto da una lancia, Gesù sapeva che questi eventi avrebbero avuto una ripercussione che andava ben oltre la sua morte. Quando si rivolse al Cielo dicendo: "È compiuto", non voleva dire che la via della croce per il mondo era finita. Voleva dire che il Cielo aveva ricevuto la supplica dolorosa del suo cuore preoccupato per la croce. Dobbiamo sapere che Gesù consolò il Cielo prendendo su di sé tutti gli errori commessi dai profeti e dai patrioti e offrendo se stesso come un sacrificio vivente.E andando addirittura al di là di questo, mentre si avvicinava alla morte, Gesù disse: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno" (Luca 23:34). Dio aveva intenzione di emettere immediatamente il giudizio, un giudizio che era persino più grande di quello del tempo di Noè. Ma Gesù morì aggrappandosi alla nazione, aggrappandosi all'istituzione religiosa e aggrappandosi alla croce. Per questa ragione, Dio non poté abbandonare l'umanità ma si aggrappò a noi. Poiché esisteva questo legame di cuore fra Gesù, le future generazioni dell'umanità e il resto d'Israele, Dio non ha potuto abbandonare le organizzazioni religiose e le persone delle generazioni successive che si sono ribellate contro di Lui e invece si è aggrappato a loro.