Il Messia

c


  L’uomo, un giorno, conquisterà l’Universo, arrivando anche nelle zone più remote».Fece una pausa, poi riprese: «Dio, il nostro Genitore, ha fatto tutto per noi. Non c’è nulla che non possiamo dominare, ma per fare questo, dobbiamo avere un cuore puro. Con questo possiamo avvicinarci a tutto. E questo, perché Dio ha creato ogni cosa con un cuore puro e amorevole, investendo la sua energia con perizia, scienza, conoscenza, economia, lavoro, calcolo, logica, fantasia, immaginazione, organizzazione, sulla base di un progetto, che vedeva l'uomo al vertice della piramide, come suo figlio, seguendo delle leggi di creazione, che aveva stabilito a priori.Noi dobbiamo somigliare alla nostra origine, avere un cuore puro, ma anche intelligenza, scienza, perizia, scoprire le leggi che governano la natura, e rispettarle, comprendendone la genesi, la ragione».Fece un’altra pausa.«Per decine di migliaia di anni, l’uomo ha vissuto in uno stato di arretratezza tecnologica che corrispondeva al suo basso livello spirituale; con l’aumento della spiritualità e dell’intelletto, è aumentato anche il livello tecnologico».Prendemmo a camminare. Disse: «La teoria dell’evoluzione di Darwin è sbagliata. Egli asserisce che ogni cosa si sviluppa sulla base della lotta. Che nulla è stato creato, ma tutto si è sviluppato sulla base della vittoria del più forte.Ragiona: se l’origine è nella lotta, lo scopo è la lotta e il risultato finale è la distruzione.Inoltre: come può un Mondo perfetto, organizzato, dove ogni cosa svolge una funzione, essere frutto del caso? Può essere un caso che le piante diano ossigeno di giorno e anidride carbonica di notte, che le stagioni siano quattro, che la distanza della Terra dalla Luna sia quella giusta per evitare inondazioni con le maree troppo alte, e che il sole sia proprio a quella distanza?In realtà non è un caso, ma un progetto intelligente. L'universo è stato creato per amore, la direzione è l'amore, lo scopo è lo stesso! Non c'è lotta, ma sacrificio. Il piccolo si sacrifica per il grande, il debole per il forte».Fece una pausa.Disse: «La Terra è il giardino dell’Eden».Il giorno dopo, andammo a caccia di marmotte.Andavamo sul fianco della collina, dove l’erba era alta, verde e ci arrivava alle ginocchia.Conducevamo i cavalli alla cavezza e loro ci seguivano tranquilli.Arrivati presso dei massi, sedemmo, appoggiando le spalle contro di essi, dopo aver legato i cavalli a dei cespugli.Manuele disse: «In questa zona, ci sono molte tane di marmotte.Tra non molto cominceranno a uscire ed entrare. Dobbiamo aspettare».Come aveva predetto, l’erba cominciò a muoversi, sotto i passaggi ora veloci, ora circospetti delle marmotte.«Preparati».Con i fucili puntati, guardavamo davanti a noi.«Ore due».Spostai la canna a ore due.Vidi una grossa marmotta. Tirai il grilletto.Lo stesso fece Manuele.Ci alzammo.Due belle marmotte erano sul terreno, con il loro pelo marrone, ispido e i baffetti.Le prendemmo.Da altre parti del promontorio si sentivano degli spari.Erano altri monaci e discepoli che, come noi, si cimentavano in una battuta di caccia.Manuele disse: «Tutto ciò che esiste al di sotto di noi, Dio l’ha messo nelle nostre mani, per la nostra gioia e noi abbiamo il diritto di usarlo con amore. Tutto ciò che esiste ha un forte desiderio di diventare parte di noi. Tutto dipende dallo scopo con cui agiamo».Montammo sui cavalli, con le marmotte sistemate in due sacche legate ai loro fianchi.«Adesso» disse Manuele «proveremo a catturarle, stando a cavallo. È più difficile ma non impossibile».Fece un sorriso.«Ore dieci» disse.L’erba si piegava, sotto le zampe delle marmotte che correvano leste.Tirai il grilletto.Manuele fece lo stesso. E, anche questa volta, facemmo centro.Le raccogliemmo e le mettemmo nelle sacche.«Quattro» disse Manuele. «Abbiamo realizzato il nostro obiettivo».In questo modo, giorno dopo giorno, imparavo. Il giorno seguente, andammo nella cittadina sottostante, nei pressi del tempio.Passammo dall’ufficio del sindaco, dove Manuele s’intrattenne, sollecitando il completamento di una strada che impediva a una famiglia che viveva in collina di accedere facilmente alla vita civile.Il sindaco prese nota e ringraziò Manuele con cortesia e una stretta di mano.Poi passammo dalla Banca Centrale, dove Manuele incontrò il direttore.Ci furono frasi di cortesia e parlarono della situazione economica in generale.Sedemmo in un caffè, nei paraggi.Poco dopo, ci raggiunse un anziano signore, coi capelli lunghi e bianchi, che aveva una cartella sottobraccio.Anche lui conosceva Manuele da molto tempo.Parlarono di energia atomica, solare, di campi magnetici, di levitazione, di viaggi spaziali, dell’aumento della velocità delle connessioni Internet, delle nanotecnologie.Quando la conversazione finì, il signore si congedò, dicendo che aveva un impegno importante.Risalendo in macchina la strada con tornanti che portava al tempio, Manuele disse che quell’uomo era il presidente dell’Associazione Scientifica Internazionale.Raggiungemmo il tempio, entrammo e parcheggiammo sul retro.Manuele m’invitò a provvedere alle mie esigenze, dicendo che ci saremmo rivisti dopo mezz’ora, nel cortile.Mezz’ora dopo, prendemmo i cavalli e andammo al passo, sulle colline.Parlava, m’istruiva ed io ascoltavo. «Devi sapere che rispetto al mondo della politica, dell’economia, della scienza, noi uomini concentrati sullo spirito, siamo come la mente e loro come il corpo.Spiritualità e politica, economia, scienza, devono cooperare per il bene del mondo.La politica illuminata dallo spirito applica scelte scientifiche, tecnologiche, economiche alla vita di tutti».Eravamo arrivati vicino alla sommità della collina più alta, dove non eravamo mai andati prima.Il paesaggio che gli occhi dominavano era meraviglioso.Colline e colline, pianure, case, villaggi, paesi a perdita d’occhio.«In passato» disse «il potere della religione divenne sopruso, per questo fu separata dalla politica.L’illuminismo ha portato a mettere la religione in secondo piano, a esaltare solo il lato materiale della vita.Ma ora il tempo è venuto che i due fratelli, Abele, che rappresenta la mente, lo spirito e Caino, che rappresenta il corpo, la politica, ritrovino l’accordo.Come Vero Uomo, dovrai occuparti dei problemi del Mondo, politici, economici, scientifici. Dovrai collaborare con i politici, gli economisti, gli scienziati, per costruire il Mondo ideale, dove c’è abbondanza di cibo, di salute e la gente è educata, felice».Scendemmo a valle e rientrammo nel tempio.Il giorno dopo, andavamo a cavallo, sull’altopiano poco distante dal tempio.L’altopiano era sterminato, a perdita di occhio.C’eravamo solo noi, l’erba verde, alta, i papaveri rossi, i fiori di campo bianchi e gialli, le farfalle, le api e vari tipi di insetti.Ogni tanto, il cielo era solcato da un aereo di linea che lasciava dietro di sé la scia bianca dei gas di scarico.Chiese: «Secondo te, qual è l’ideale che Dio ha per noi?»«La pace» risposi.Disse: «è proprio così. Dio ha creato per amore, per la gioia, per la pace e per la bellezza».Era meraviglioso andare a cavallo con Manuele.Le sue parole mi riempivano d’ispirazione.«Molti» riprese, dirigendo il cavallo nella direzione opposta a quella che avevamo tenuto fino ad allora «credono che un Mondo ideale sia impossibile, sia un’utopia.Invece, non è affatto così. È perfettamente alla nostra portata».Attraversammo l’altopiano, prendemmo il fianco della collina e raggiungemmo un altro altopiano sottostante: un insieme di terrazze naturali, tra colline di diversa altezza.Il giorno seguente, nella sala del cinema, vedemmo scene di guerra che avevano interessato l’Umanità, fin dalle sue origini.Erano immagini tristi e deprimenti. Oltre a queste, scene di bambini che morivano di fame, di persone che morivano per malattie, di gente povera che chiedeva l’elemosina, di regimi dittatoriali, carceri, persone scheletrite, di macelli, allevamenti intensivi, di deforestazione, di acque chiare, cristalline che ricevevano, nel loro corso, liquami, da grandi bocche di tubi di cemento, scarichi che intorbidivano le acque e, successivamente, si vedevano pesci morti, petroliere che riversavano petrolio in mare aperto, cartelli di pericolo nucleare, emarginati che morivano, alcolisti, drogati.Furono così tante le scene truci che vedemmo che l’umore generale era diventato cupo.Si avvertiva nell’aria un generale senso d’impotenza, di frustrazione, di rabbia.Verso il tardo pomeriggio, alcune ore prima del tramonto, andammo sull’altopiano delle cascate.Manuele era serio. Sembrava provato per tutto quello a cui avevamo assistito.«Ora capisci com’è urgente la pace. Ora capisci come il grido di richiesta di pace sia forte. Tutti vogliamo la pace. Tu dovrai portare la pace tra i nemici, eliminando il concetto di nemico.Dovrai abbattere le barriere tra le razze, tra le religioni, le Nazioni, le ideologie. Solo così ci potrà essere pace. Unità, ci vuole unità. Dobbiamo essere unificatori. Ci sono varie razze umane, ma l’origine è una. Veniamo dagli stessi antenati e la posizione geografica ha determinato il diverso colore della pelle, per proteggerci dai raggi del sole. Così, in realtà, c’è una sola razza.Ci sono varie religioni, ma hanno tutte la stessa origine, Dio, e lo stesso scopo: costruire un Mondo di pace. Quindi, poiché l'origine e lo scopo sono unici, possono lavorare, come se fossero una sola religione, con tanti dipartimenti e settori, verso uno stesso scopo.I confini tra le Nazioni sono frutto di guerre passate, ma la realtà è che c’è una sola Nazione: la Terra.L’ideologia comunista, va assorbita nella democrazia, per la sua componente sociale di un benessere uguale per tutti, ma con Dio al centro. Bisogna seguire una nuova ideologia, Dioista, centrata sui valori assoluti, il rispetto dei diritti umani, il benessere diffuso. Un sistema politico, costituzionale, nuovo, né come la democrazia capitalistica, né come il comunismo. Una terza via».Uno stormo di uccelli bianchi, di cigni e di altre specie si levò in volo e, sbattendo le ali, si allontanò lentamente, dirigendosi verso il disco rosso del sole.«Scusa» chiesi «ma se una persona proprio non vuole capire, cosa dobbiamo fare?»«Continuare ad amarla» rispose «lo stesso».«E se ci aggredisce?» domandai.«Puoi difenderti. Non devi mai attaccare per primo. Ma questo non vuol dire che tu debba essere debole.Tu devi essere forte, preparato, armato meglio del tuo nemico. Ma con lui non devi usare la forza, ma l’amore.Se lui ti attacca, allora potrai sottometterlo e, una volta che lo hai conquistato, chiedere il risarcimento dei danni».«E se» domandai «qualcuno maltratta un nostro caro, come dobbiamo comportarci?»«Chiedendogli di smetterla».«E se non lo fa?» chiesi.«Possiamo usare la forza» rispose. «Se qualcuno maltratta un tuo amico, tu puoi intervenire. Devi pensare che una Nazione è come una persona. Nel Mondo, ci sono tante Nazioni. Se un governo maltratta i suoi cittadini, privandoli della libertà, del cibo, un altro Stato può aggredirlo, perché è violazione dei diritti umani. Lo stesso se uno stato invade un altro. Ci sono guerre giuste e guerre sbagliate. Lo scontro è inevitabile, fino a quando non ci sarà un mondo unito, una sola nazione, con valori condivisi, dove tutti stanno bene e sono rispettati».«Lo so» aggiunse sulla strada verso il tempio «questa teoria può sembrare strana, ma amare i propri nemici non vuol dire farsi ammazzare, ma rispondere alla forza con la forza, perché se non ci s’impegna, il nemico potrà vincerci e ucciderci e trattare ogni cosa con odio, con egoismo, diffondendo l’inferno sulla Terra.Dare la propria vita non vuol dire regalarla o darla da snob, ma vuol dire essere disposti a morire per il bene del Mondo.Vuol dire essere disposti a morire in combattimento, in guerra».L’ultimo giorno del mio secondo ritiro cominciò con la meditazione del mattino, la colazione, alcune attività all’interno del tempio, come pulire gli spazi comuni…Nel pomeriggio, Manuele mi portò in giro per le colline, dove andammo in cerca di erbe, di radici, di tuberi e di funghi.Rientrammo al tempio con le sacche piene di tuberi, un po’ meno di funghi, e poi le radici e le erbe.   PARTE III  Al compimento del diciottesimo anno, tornai per la terza volta al tempio del Vero Uomo.La settimana seguente, Manuele ed io attraversammo la collina e le pianure a cavallo, fino ad arrivare vicino alla base della collina. C’era una deviazione che non avevamo mai percorso.Manuele mi precedette.Costeggiammo la collina. Alla nostra destra si vedeva l’ampia vallata e la pianura circostante e, in lontananza, altre colline e le nuvole bianche, nel cielo.Arrivammo, dopo una svolta, a un tempio situato su un piccolo altopiano, poco distante dal quale c’era un ruscello.«Qui terremo le lezioni» disse.Con mia grande sorpresa una bellissima signora vestita di una lunga veste bianca aprì la porta rosa.A quella vista, restai senza parole. Manuele fece un sorriso.Mi spiegò che era il tempio della Vera Donna, la parte femminile di Dio ed era gestito da monache che insegnavano alle fanciulle come elevarsi per diventare Vere Donne.La statua della Vera Donna era dorata. Era una signora magnifica, dal cui volto proveniva una dolcezza infinita.Lì meditammo.Poi uscimmo nel cortile.Con la monaca, c’era una ragazza che indossava un lungo vestito rosa.Il suo volto era timido e il capo coperto.Ci avvicinammo.«Ti presento Sonia» disse Manuele.Ci stringemmo la mano e il volto di Sonia prese un leggero color rosso.«E Francesca» proseguì.