TORINO. Un divorzio. Un brutto divorzio. Da qualunque lato lo si guardi, quello tra la Juventus e Igor Tudor è un divorzio che non può essere considerato indolore. La società bianconera informa che il 7 febbraio 2007 ha presentato ricorso, ai sensi dell’articolo 15 dell’accordo collettivo tra calciatori professionisti e società sportive, al Collegio arbitrale della Lega nazionale professionisti, richiedendo la risoluzione del contratto con il calciatore, o, in subordine, la riduzione alla metà del suo compenso, fino alla scadenza del contratto di prestazione sportiva (30 giugno 2007). Nell’attesa del responso, il club. Già si ritiene svincolato, il giocatore. Che difatti se n’è andato a Monaco di Baviera per farsi curare dal luminare del Bayern, su consiglio di Robert Kovac. Insomma, divergenze sulla rieducazione, dopo l’operazione alla caviglia in agosto e il lungo calvario, compreso un soggiorno in Belgio. Saltato il trasferimento all’Hajduk, Tudor ha cercato altre vie per provare a tornare a giocare, ben sapendo che il contratto era in scadenza. Così, ad un certo punto, ha rotto gli indugi; ha deciso di muoversi e di lasciare Vinovo. Definitivamente.Tra l’altro, alla famiglia in Croazia ha detto di aver optato per un divorzio «consensuale » e «amichevole», per non lasciarsi da nemici, dopo una storia comunque lunga, con qualche nota lieta ( strepitoso un gol al Real Madrid in Champions League) e diverse delusioni. L’anno a Siena l’aveva rilanciato su buoni livelli, così le partite con la nazionale croata in coppia con Kovac che poi avrebbe ritrovato alla Juve, nell’estate dei processi e della retrocessione. «Ho deciso: da ora in poi giocherò come difensore centrale. A ventotto anni è meglio la stabilità, basta con il su e giù dal centrocampo al reparto arretrato», aveva detto nel ritiro di Pinzolo. Invece, dopo l’amichevole con lo Spezia a Rovereto, lo scontro con Dionigi, è iniziata l’odissea. Sino all’allontanamento dalla Juve.
Tudor-Juve:divorzio!
TORINO. Un divorzio. Un brutto divorzio. Da qualunque lato lo si guardi, quello tra la Juventus e Igor Tudor è un divorzio che non può essere considerato indolore. La società bianconera informa che il 7 febbraio 2007 ha presentato ricorso, ai sensi dell’articolo 15 dell’accordo collettivo tra calciatori professionisti e società sportive, al Collegio arbitrale della Lega nazionale professionisti, richiedendo la risoluzione del contratto con il calciatore, o, in subordine, la riduzione alla metà del suo compenso, fino alla scadenza del contratto di prestazione sportiva (30 giugno 2007). Nell’attesa del responso, il club. Già si ritiene svincolato, il giocatore. Che difatti se n’è andato a Monaco di Baviera per farsi curare dal luminare del Bayern, su consiglio di Robert Kovac. Insomma, divergenze sulla rieducazione, dopo l’operazione alla caviglia in agosto e il lungo calvario, compreso un soggiorno in Belgio. Saltato il trasferimento all’Hajduk, Tudor ha cercato altre vie per provare a tornare a giocare, ben sapendo che il contratto era in scadenza. Così, ad un certo punto, ha rotto gli indugi; ha deciso di muoversi e di lasciare Vinovo. Definitivamente.Tra l’altro, alla famiglia in Croazia ha detto di aver optato per un divorzio «consensuale » e «amichevole», per non lasciarsi da nemici, dopo una storia comunque lunga, con qualche nota lieta ( strepitoso un gol al Real Madrid in Champions League) e diverse delusioni. L’anno a Siena l’aveva rilanciato su buoni livelli, così le partite con la nazionale croata in coppia con Kovac che poi avrebbe ritrovato alla Juve, nell’estate dei processi e della retrocessione. «Ho deciso: da ora in poi giocherò come difensore centrale. A ventotto anni è meglio la stabilità, basta con il su e giù dal centrocampo al reparto arretrato», aveva detto nel ritiro di Pinzolo. Invece, dopo l’amichevole con lo Spezia a Rovereto, lo scontro con Dionigi, è iniziata l’odissea. Sino all’allontanamento dalla Juve.