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Post n°8 pubblicato il 07 Luglio 2008 da marcusandrews382
 
Foto di marcusandrews382

Intere truppe di consulenti hanno invaso le nostre aziende. Il fenomeno già presente negli anni passati è ormai diventato dilagante. Una consulenza non si nega a nessuno. Da come organizzare un’azienda a come definire le strategie aziendali, da come analizzare i mercati di business a come ridurre i costi (dei consulenti compresi).

Una babele di società, dalle più note alle più improbabili, sono approdate nei nostri corridoi. Cosa facciano esattamente queste schiere di consulenti non si sa esattamente. Sicuramente producono carta o meglio, come va più di moda, megabyte e megabyte di slide. E’ lo slideware, mondo soffuso in cui si adagiano le nostre aziende.

Ma le vere conseguenze del loro operato sono sotto gli occhi di tutti. Interi uffici completamente scavalcati e dipendenti irrimediabilmente depauperati. I consulenti consentono di bypassare le gerarchie e se opportunamente schierate possono costituire una quinta colonna nelle mani del management. Spesse volte i compitini svolti dai consulenti diventano obiettivi per i dipendenti che a loro volta utilizzano altri consulenti per raggiungerli. E’ un cane che si morde la coda.

Ma le consulenze sono anche forme moderne di distribuzione. Fette importanti di budget che vengono ripartite fra aziende amiche. Per questo obiettivo le società di consulenza pensano in grande. Aggrediscono un’azienda e la conquistano. Gli organigrammi sono devastati e il consulente che prima era ingaggiato come fornitore passa dall’altra parte della scrivania e diventa lui il committente. E i lavori vengono sempre più assegnati all’azienda di consulenza di cui faceva parte. Nessuno sputa nel piatto in cui ha mangiato.

E se i costi del lavoro diventano insostenibili la soluzione (proposta ovviamente dai soliti consulenti) è bella e pronta: ridurre il costo del lavoro, cioè, licenziare.

Resta in ascolto.

 
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