gente comune

la pietà


la sofferenzaoggi scrivo perchè dopo varie vicissitudini dolorose sembra compiersi una nuova triste storia. Il ciclo della vita appare praticamente ineluttabile: prima sei allevato, poi allevi la tua prole, poi accudisci i tuoi genitori, poi allevi la prole dei tuoi figli.sono arrivato alla terza fase di questo percorso che sembra inevitabile, obbligato, un destino al quale non puoi sfuggire.Ma vedere la sofferenza di chi ti ha generato ed accudito nell'infanzia è sempre difficile: non son uno che vive drammaticamente certe situazioni, ma devo ammettere che la sofferenza di chi ti è caro è difficile da sopportare. Più che la sofferenza fisica che puoi controllare e curare  a far male è la sofferenza psichica,, lo scollegamento dalla realtà di persone che prima consideravi attendibili, ragionevoli.Inoltre si sommano alcuni fattori: ad es i sensi di colpa di avere innescato un processo di cura che talvolta non risulta essere soddisfacente ma anzi che sembra far precipitare una situazione già precaria percedentemente, poi il pensiero di come organizzare la tua vita con tutti gli impegni e conciliarla con le esigenze di chi ha bisogno.Riesci a tenere testa ad una situazione  se hai tutto sotto controolo, se riesci ad elaborare soluzioni che possano risolvere un problema ma se ti trovi di notte a parlare con un tuo familiare completamente disorientato, che se fosse un bambino lo prenderesti a sberle,  senti un solo sentimento sorgere dal più profondo del tuo animo: la pietà