Urla dolci

Diciassette... come le cuffie da bagno


Ed eccoci ancora qui, io e la mia sindrome da picchiatello.Sono morto otto anni fa, ma ogni tanto esco allo scoperto e parlo di me in questo diario virtuale. Scrivere lettere non avrebbe senso, visto che finiscono tutte al rogo, già.. il rogo che ho tanto amato in una vita precedente. Allora lavoravo col marchio al braccio e uccidevo per poco, molto poco.Cosa ricordo di quel dicembre? Faceva freddo, tanto freddo. Un botto, ultimo saluto, poi il nulla. Niente più sacrifici, niente più pensieri, soltanto pace. Dov'è la mia pace?Senza distinzione di sorta, potrei donarvi i frutti della mia mente, del mio coraggio, della mia umiltà e della mia saggezza.Ci ritroveremo lì, forse a ricordarci o insegnarci, un qualcosa che abbiamo dimenticato: il rispetto.Rispettare le regole, rispettare il prossimo, dalla nostra nascita alla nostra morte.A malincuore ho scoperto che, quando si muore, si entra in un'enorme stanza dove le anime del passato sembrano agitate, irrequiete. Quelle anime non hanno pace: sono nervose, vorrebbero parlare, gridare, sbatterci in faccia i nostri e i loro diritti.Abbiamo inventato i diritti, a volte rispettati a volte meno, tutti rivolti a persone in vita, per i defunti nessun diritto.Io valgo. Io son sempre qui. Io non provo più emozioni. Non piangete per me, sono morto otto anni fa.  Dedicata a chi... non doveva fare troppe domande.