attimi fuggenti

1 dicembre 2008: a piccoli passi, verso il natale


oggi mamma inizia a leggere questo libro (a piccoli passi, la psicologia dei bambini dall'attesa ai cinque anni). lo legge perchè ha voglia di sapere, di apprendere, di essere stimolata da nuovi spunti di riflessione e da una veduta ancora diversa. ha voglia di sapere perchè sente che tu, quasi diciannove mesi di creatura + nove di pancia, stai cambiando. stai crescendo, mettendo in atto nuovi atteggiamenti, inattese risposte, diversi meccanismi. sabato, verso le cinque di mattina, mi hai chiamato dalla tua stanzetta. eri in piedi nel lettino, tutto infreddolito. ti sei arrampicato sul mio pigiama e mi hai abbracciato forte con entrambe le braccia intorno al collo (primo sussulto ... mio figlio si struscia un po' ma mica abbraccia). poi hai indicato la stanza dove dormiamo io e papà. senza dire niente, con un naturale senso di sintonia, ti ho portato di là. mi sono sdraiata nel letto con te ancora in braccio avvinghiato come un koala. ho pensato "adesso molla la presa, si sveglia come per magia e si mette a giocare come un forsennato per le prossime due ore". invece. sei rimasto avvinghiato per parecchi minuti, assorbendo tutto il calore che potevi dal mio corpo, e così ti sei riaddormentato (secondo sussulto ... mio figlio, in versione koala, che dorme nel lettone. mai successo). dopo mezz'oretta sei scivolato piano sul fianco, ti sei posizionato tra me e papà, mi hai cercato la mano, l'hai stretta. ti sei messo a russare (terzo sussulto ... non vorrei che il mio cuore non reggesse a tutta questa botta di tenerezza improvvisa). così, dalle 5.30 alle 8.40, non ho più dormito. ho passato il tempo a guardare te e tuo padre, uno di fianco all'altro, russatori della mia alba insonne. ho passato il tempo a pensare a quanto vi amo, a sentire che siete la mia famiglia, a godere del vostro calore nel letto. domenica avevo un sonno tremendo e ancora oggi porto i segni delle occhiaie. e sono state comunque le ore migliori e meglio spese di questo faticoso weekend."accontentiamoci di essere genitori abbastanza buoni, cioè adulti disposti a considerare se stessi come parte in causa nelle difficoltà del bambino e, se necessario, a mettersi in crisi ma anche capaci di apprendere dall'esperienza in modo da non ripetere i medesimi errori. il più attendibile rilevatore della buona qualità delle relazioni genitori-figli è il piacere che provano a stare insieme, a fare le cose in comune""quando un bambino pretende, da piccolo tiranno, di giocare con noi, inserisce con prepotenza, nella nostra esistenza ridotta a una sola dimensione di razionalità calcolante, spazi impagabili di disinteresse e di libertà".in perenne cammino,mamma