attimi fuggenti

27 aprile 2010: e ti attacchi alla vita che hai


qualche volta la vita è davvero difficile da capire e il destino complicato da accettare. perchè dopo una vita intera di fatiche, di salite e di coraggio, ho sempre pensato che una persona si meritasse una fine differente da così. e invece no, può anche capitare di lottare per ottant'anni, di amare una figlia speciale da più di cinquanta, di perdere un marito adorato e di rimanere sola nella battaglia. capita di assistere alla discesa di quella figlia verso la fine e di vederla risalire dalle ceneri come un'araba fenice. ma ad ogni risurrezione sperata e inaspettata, perderci anni di energia e di linfa. capita di essere divise per molto tempo, di non poter più vivere insieme nella stessa casa, di sentirsi inesorabilmente sole e di ritrovarsi nella stessa stanza in un letto di ospedale, perchè la vita a modo suo sa essere tragicomica. capita di non avere più la forza di scegliere, di decidere, di affrontare un cambiamento e non c'è niente di male se non ce la si fa più. non c'è niente di male se si decide di lasciarsi placidamente andare perchè in una struttura per anziani, e per di più amputata delle gambe e forse della parte migliore del cuore, non ce la si fa. non c'è niente di male, enrica, se oggi hai deciso di dire anche basta, io non ne posso più. che il destino scelga per me, che qualcuno che ne ha la forza e la lucidità decida per mia figlia e si occupi di lei, con tenerezza ed amore. e allora, non c'è niente di male neanche in me, che questa sera non ho potuto fare a meno di comporre il numero di telefono di casa sua, come per tante e tante sere ho fatto quotidianamente, mentre stavo in cucina a riordinare. e dio solo sa quel che avrei dato per sentirla rispondere, per ascoltare ancora una volta la sua voce elegante e gentile, per consolarla, per dirle noi ci siamo e buonanotte. ho composto quel numero, che so a memoria, che non ho più dimenticato, da quando, insieme, affrontavamo il corridoio della rianimazione. l'ho composto e nessuno ha risposto. e allora, ho potuto finalmente piangere, per un dolore inaspettato e originario che fa male forte dentro il petto. adesso resta fulvia e cento pensieri che da domani dovremo affrontare. domani, ma questa sera io posso pensare solo a lei, signora martini adorata, e dirle di stare serena. adesso sì, adesso può.(e se rinasco, 'fanculo, vado a lavorare all'iperpoc)mamma