attimi fuggenti

29 giugno 2010: 'o guerriero


"la vita è ciò che accade mentre stavi facendo altri piani" e, purtroppo, molto spesso funziona così anche per la morte. quando accade  ad una persona giovane e anche famosa, di morire di morte violenta, la sensazione che rimane appiccicata addosso è quella dell'incredulità. quando quel giovane è il "grande fratello" di tutti noi, un po' guascone, un po' tamarro, molto genuino, la sensazione che si aggiunge è quella del sincero dispiacere. quando quel personaggio è sopra ad ogni cosa il compagno di una giovane donna di trent'anni e il padre di una bambina di sei, quello che resta da sentire è il dolore.si sta dicendo tanto sulla morte di pietro taricone, perchè pietro è morto alla fine di un lancio con il paracadute. e allora c'è chi gli ha dato dell'irresponsabile, chi ha pensato che un po' se l'è cercata, chi ha gridato che se hai un figlio il paracadutismo te lo devi dimenticare. è vero, è uno sport estremo, ma per pietro era anche, forse soprattutto, uno dei nodi che lo legava strettamente a sua moglie, ed era una passione vera e pura che portava avanti con rispetto da anni. era voglia di adrenalina, di sfida, di onnipotenza? ma forse a tutti capita questa voglia, e ognuno se la cerca come crede. per il libero arbitrio, pietro ha scelto di vivere la sua vita al cento per cento e ne sembrava felice. sua figlia ha avuto per sei anni accanto un padre probabilmente sereno e appagato, anche grazie al paracadutismo. poi è accaduto quello che è accaduto e questa figlia ora è un'orfana sfortunata. ma non è colpa del suo papà, è colpa del destino. che può colpire all'improvviso chiunque, su un paracadute o attraverso moltissime altre banalità.ciao pietro, riposa in pace e veglia sulla vita di sophie. il cielo non ti ha tradito, è stata la terra.