attimi fuggenti

11 settembre 2010: il matrimonio di emiliano e roma


poche persone rappresentano per me uno di famiglia se non ci scorre lo stesso sangue nelle vene. emiliano è uno dei pochissimi, più probabilmente l'unico. forse perchè lo conosco da sempre, perchè siamo cresciuti insieme, perchè lo vivo come un fratello, perchè anche se ci riusciamo a vedere due volte all'anno, sembra sempre essere passato un giorno soltanto. perchè emiliano ha avuto una mamma meravigliosa che non potrò dimenticare mai, perchè francesca era solare e vitale, perchè se ne è andata troppo presto lasciando un vuoto che non si colma nemmeno quando cantiamo maledetta primavera a squarciagola in un giardino di roma con le lacrime agli occhi. emiliano, oggi, ha detto il suo sì e non me lo sarei persa per niente al mondo. deve averlo intuito anche il mio ginecologo che, malgrado mi abbia raccomandato il riposo, mi ha dato il permesso di partire purchè con la freccia rossa e senza fare la turista. e così roma è stata. con bucatini cacio e pepe, il verde dei parioli, il bioparco zoologico, la doccia calda mattina e sera e la colazione di suor giulia. roma senza vedere il colosseo e senza andare da papa wojtyla come avrei voluto, ma pur sempre roma con te e tuo padre, quindi, il miglior posto del mondo. il matrimonio è stato bello per tanti motivi: per aver visto emiliano felice, per la tua prima cravattina azzurra, per le foto cariche di significato, per l'emozione della teresa, per la soddisfazione di nino, per gli antipasti fritti da capogiro, per il succo di mirtillo travestito da vino, per il sole, per il verde, per l'ospitalità della famiglia di caterina. che si è presa "er mejo de sangiu" e che, probabilmente, allora, se lo merita.