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29 dicembre 2008 - 4 gennaio 2009: dal nonno

Post n°91 pubblicato il 07 Gennaio 2009 da unamamma1

come ogni anno passiamo una parte delle feste nella città di papà, a casa del nonno, circondati dal rumoroso caldissimo affetto delle cuginette e degli zii. anche quest'anno, forse per l'ultima volta, almeno fino a quando non sarai cresciuto abbastanza, attraversiamo il Bel Paese in treno. per una settimana ti abbiamo stressato un po' tutti per farti ripetere, manco fossi la scimmietta george, che "partiamo, con il ciuf ciuf, per andare a casa del nonno". così, quando il ciuf ciuf è arrivato, non ne potevi già più e le 10 ore di viaggio in compagnia della gloriosa trenitalia le abbiamo passate tra il sonno (tuo), la veglia (mia), il sonno (di papà) e poi la veglia (tua) il sonno (mio) la veglia (di papà) il sonno (tuo) la veglia (mia) e così via, regione dopo regione, stazione dopo stazione. non ti è piaciuto poi così tanto il treno. a casa del nonno hai continuato a dire no ciuf ciuf no e da quando siamo tornati e hai messo piede sul suolo di casa ti ostini a  chiarire a tutti che per te basta ciuf ciuf, con trenitalia hai chiuso. e mamma pure.

a parte il capitolo viaggio, la vacanza dal nonno è andata bene. la tavola sempre imbandita, i bambini sempre rumorosi, la televisione sempre accesa, i dolci sempre presenti. e poi il mare e la spiaggia, i panzerotti e le immagini dei luoghi dove tuo padre è nato e cresciuto.

anche quest'anno occupiamo la casa del nonno, improvvisamente e totalmente. e anche quest'anno la lasciamo dopo una settimana, altrettanto improvvisamente e totalmente. e ogni volta mi resta il pensiero di quest'uomo grande e buono che vive solo, nel quotidiano ricordo di sua moglie, con le foto dei suoi figli e dei suoi nipoti appese alle pareti. un uomo grande e buono, che ha visto la guerra e forse per questo la sua immensa casa ha due sgabuzzini stracolmi di provviste di ogni genere, due succursali del gs superstore e del puntosma, come piace dire a me.

tu hai ristabilito abbastanza bene e da subito anche qui i tuoi ritmi, cosa che ci ha permesso, se non di riposare, di godere tranquillamente di pranzi e cene in compagnia. a casa del nonno, i ritmi dei "grandi" sono molto diversi dai tuoi, così tu forse ti sei fatto l'idea di essere l'unico a nutrirsi. in realtà, noi mangiamo sempre mentre tu dormi e quando lo scoprirai ti si aprirà un mondo nuovo di colori e di sapori.

da questo viaggio mi porto via lo sguardo bonario del mio futuro suocero che di me pensa che "non ne combino mai una giusta e anche le domande che faccio sono strane", la risata contagiosa di michele, i tentati approcci con te di lucia, gli occhi profondi di martina, la cena del 31 e il pranzo del 4 che sono gli unici che siamo riusciti a passare tutti insieme, causa influenze sparse, un film pomeridiano incomprensibile (il sesto giorno) e uno serale che non è piaciuto a chi si aspettava un romanzo d'amore (l'ultimo samurai).

da questo viaggio mi porto via la voce di tuo padre, il suo dialetto ritrovato, le sensazioni che silenziosamente lo attraversano ogni volta che torna nella sua terra madre, i pensieri condivisi e i ricordi della sua infanzia, i racconti sulle strade e sulla fetta di vita che ha trascorso qui.

e mi porto via mio figlio che cresce, che qui ha compiuto venti mesi, che ripete tutto e imita i gesti degli altri, che non bacia nessuno ma si dà allegramente, che corre in braccio al nonno in cerca della barba e poi ci trova i baffi, che saluta ripetutamente cose e persone, che ama ascoltare suo padre mentre gli legge ogni sera la storia di potolino e la rana salterina, che si fa coraggio all'ora della nanna, che ci coccola quando si sveglia la mattina. mio figlio che, da quando siamo qui, mi chiama inspiegabilmente ed esclusivamente mami, come se respirasse aria di notting hill anzichè di sud italia.

mio figlio, mancato teletubbies, futuro lord d'inghilterra.

mami

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