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20 gennaio 2009: dell'amore, del sacrificio (e di altre storie)

Post n°101 pubblicato il 20 Gennaio 2009 da unamamma1

un anno fa, circa, abbiamo comprato "fate la nanna" perchè tu avevi continui risvegli e noi eravamo sfiniti. ha funzionato e, salvo qualche intoppo veramente raro, è sempre andata bene. nessun disagio psicologico, nessuna crisi isterica o depressiva, nessuna insicurezza. sei cresciuto allegro, solare, coccolato, sereno. e noi con te. da una settimana esatta, l'incantesimo si è rotto. cosa è successo, a noi, che essendo i tuoi genitori dovremmo avere tutte le risposte, non è invece dato di sapere. non capiamo. ti dedichiamo molto tempo, tutto quello che abbiamo libero dal lavoro, praticamente. giochiamo con te. non ti facciamo mancare contatti fisici, parole, ritmi sani e buone abitudini. sarà che non sei un robot. stai attrraversando questa fase in cui la notte ti porta qualche malinconia che non sai gestire e che non riesci ancora a verbalizzare. in accordo, io e papà, ieri sera, abbiamo provato a mettere in atto la teoria e la pratica della rassicurazione affettiva. "facciamogli capire che lo capiamo, che lo ascoltiamo. vuole la nostra presenza per dormire, cerca la nostra mano nel suo lettino. e diamogliela. male non farà". ieri sera, quindi, a casa nostra. dopo giochi, potolino, libro della pimpa, coccole, riti, ti abbiamo spiegato che uno di noi due sarebbe rimasto con te, per un po', per tenerti la mano e non farti sentire quel vuoto cosmico che traspare dai tuoi occhi e dalle tue braccia tese. papi va a cucinare (che noi eravamo ancora a digiuno) e mami resta a tenerti la mano. dalle 21 alle 21.45 hai passato il tempo a verificare con attenzione che non un centimetro di me si spostasse dalla sbarra del tuo lettino. non ti sei rassicurato, non ti sei rilassato, hai solo controllato che io rimanessi dove avevo detto di stare. perchè, ovviamente, non ti fidavi di un metodo del tutto nuovo e un tantino improvvisato. dopo 45 minuti piegata in due, mami ha iniziato ad avere lievi dubbi sulla validità del tentativo. vista da fuori, mi vedevo penosa e vedevo penoso anche te, perchè in realtà credo molto nell'importanza di rassicurarti e accompagnarti ma anche di farti crescere e di fortificare le tue autonomie, anche se questo significa passare da qualche frustrazione. dalle 22.00 alle 23.30 abbiamo tentato ogni genere di show: prendiamolo in braccio, sgridiamolo, coccoliamo ancora, entriamo solo per dirgli di smetterla, portiamolo nel lettone, riportiamolo nel lettino. e tu, giustamente confuso, ci hai sguazzato tra lacrime e risate. sveglio, come un grillo, per un incalcolato effetto paradosso. alle 00.30 di nuovo nel tuo letto. alle 00.53 ti sei addormentato, sudato, sfinito, con il mio dito stretto nella tua manina. alle 6.40, al minimo rumore, ti sei svegliato piangendo. ti sei riaddormentato nel lettone alle 7.20, fino alle 9.30. quando noi eravamo andati via e al nostro posto hai trovato i cuscini e la nonna che ti sorvegliava. che schifo di notte, che schifo di risveglio. e che schifo di faccia, se devo dirla tutta. a conti fatti, oggi, possiamo decidere qualsiasi cosa. posta la certezza che un metodo ci vuole, possiamo decidere che sia quello di abituarti a dormire con le coccole e la nostra presenza. e se ti svegli di notte e non ci trovi? e se ci metti due ore e tre quarti ad addormentarti? di noi che ne sarà, schiavizzati e stanchi, quali energie buone avremo il giorno dopo, per te, per noi stessi, per gli altri? mamma e papà hanno bisogno di dormire e anche di avere del tempo da dedicarsi. non per questo ti amano meno. anzi, grazie a questo, saremo in grado di donarti di più. e allora riaffiora "fate la nanna". mi ricordo che quando l'ho comprato e letto, l'ho fatto con fiducia e interesse, senza pregiudizio. me l'ha consigliato il tuo pediatra. e tanto basta. l'abbiamo applicato soffrendo, ma con convinzione e con risultato. nessuna scena isterica, nè tua nè nostra, solo fermezza e dolcezza. tempo dopo, quando tu ormai dormivi tutta la notte e ti lasciavi mettere sereno nel tuo lettino, ho letto i commenti contro questo metodo. a ben guardare, allora, questo tizio spagnolo è un naziskin a cui hanno amputato il cuore, un delinquente che con i suoi consigli mette a rischio la sanità mentale di mio figlio. che, però, intanto, dorme beato e si sveglia felice. bah. da sette giorni, la confusione, i dubbi che riaffiorano, le letture che si rifanno vive, i commenti, le autocritiche, le incertezze. che lavoro complicato, quello del genitore. saper scegliere, spesso se non sempre, la strada migliore da percorrere e sentire tutta la responsabilità di queste scelte. ho letto e approfondito i commenti, quando ho vacillato ho cercato anche quelli positivi, trovandoli. poi mi sono fermata. e ho pensato, concentrandomi bene. ho pensato con la mia testa, il mio cuore, la mia esperienza, la conoscenza che ho di mio figlio. ho riflettuto sul fatto che mi sono sempre fidata del tuo pediatra e non mi sono interessata ad altri pareri. e non per paura di scoprire che magari si sbaglia, ma per la consapevolezza che ci saranno sempre pareri diversi ma che bisogna saper cercare quello che più ti corrisponde. non quello che ti dice ciò che vorresti sentirti dire, ma quello che ti tiene e ti riporta nel reale e nel concreto il più possibile. il tuo pediatra è serio, ha esperienza, ti ha visto nascere, fino ad ora, con te ci ha sempre preso. tu lo detesti, perchè ti tortura il pisellino, ma questo non ha scalfito la mia fiducia in lui. ho ripensato a quando ci ha consigliato questo libro. "ha spunti interessanti, vi può aiutare a non perdere la vostra giusta dimensione". e noi, ieri, la giusta dimensione l'abbiamo persa. e con un figlio, di venti mesi, non ci si può improvvisare. ascoltare le tue richieste è una cosa che faremo sempre. ma questo non significa che sempre le sosterremo e asseconderemo. dobbiamo darti delle regole, oltre che moltissimo amore. perchè tu da solo non sei in grado di porre dei limiti. il rischio è che non ti basterebbe mai (una delle tue parole preferite, non a caso, è "ancora") e che, quindi, presto o tardi, ti porteremmo a una delusione e ad un senso di sfiducia nelle nostre capacità. ci saremo, ti accompagneremo, ma ti daremo delle regole per crescere, per superare questo momento di difficoltà, per andare oltre questa fase, per sconfiggere l'insicurezza e darti nuova serenità.

ci fidiamo di te e, anche per questo, tu puoi fidarti di noi.

mamma

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