Un po' più avanti

Da qualche parte in fuga dalla realtà


Era un giorno fresco, semipiovoso, con quel cielo sfaccettato e intenso che mi piace tanto.E' stato all'incirca all'inizio di tutto, nella nostra unica gita insieme, in fuga in macchina dalla sua vita, verso la terra, il profumo della natura, dei mattoni medievali e del suo passato. Voleva che vedessi i suoi luoghi, che i miei occhi si posassero su particolari che lui aveva guardato per anni; forse desiderava che i miei occhi vedessero le cose come lui le aveva viste...C'erano i portici e la nostra allegria sotto la pioggia.Poi d'un tratto un campanile, bellissimo, con un orologio e una scritta latina che stranamente non riuscivo a decifrare...Ma, insieme, avevamo una caratteristica: eravamo così felici da attirare l'attenzione, la curiosità e la benevolenza di chi ci vedeva; così una professoressa di lettere, che ci passò di fianco mentre tentavamo di capire la scritta, ci sorrise e ci svelò l'arcano."(Le ore) tutte colpiscono, l'ultima uccide".A ripensarci adesso ci vedo un segno; troppo stridente il contrasto tra un ammonimento tanto sinistro e la nostra felicità del momento.Era la sintesi di ciò che sarebbe stato, in ogni momento, fino all'epilogo finale.Certe storie non si sa perchè nascono. Si sa solo che sono condannate in partenza, perchè, semplicemente, non devono esistere, perchè hanno sfidato l'ordine precostituito delle cose con il loro solo nascere, perchè nessuno dei due è predestinato per l'altro.O forse dico solo un mare di cazzate e mi andava di ripensare a quella giornata di cui mi resta qualche foto nel pc.(Noto comunque che ormai parlo al passato...L'aver ucciso le speranze si sta rivelando utile)