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Post N° 36

Post n°36 pubblicato il 25 Aprile 2007 da anfibia

E' strano come a volte le lacrime arrivino prima che io ne capisca il motivo...

Avevo appena chiuso il libro che sto leggendo, Lolita, ma subito ho sentito gli occhi non trattenersi, forse perché quel momento è l’unico in cui posso lasciarmi andare, senza essere vista, e perché l’acqua su di me ha un potere liberatorio…

Mi sono passati per la testa i giorni e le notti, quanti…, passati a piangere perché lui non c’era; i miei messaggi con cui lo supplicavo di chiamarmi, perché volevo mi dimostrasse che mi amava, che c’era per me, che non aveva paura di dirle che mi amava e che non mi nascondeva al mondo. Ma nulla, invariabilmente venivo calpestata dall’uomo che amavo, e a me restavano soltanto le sue assenze, i suoi silenzi, pur sapendo bene, lui, quanto mi ferisse. Eppure lo faceva…Con freddo cinismo mi ignorava.

Ho stretto i pugni, forte, lasciando scendere le lacrime, calde, e distorcendo la bocca in quello che avrebbe voluto essere un urlo…Avrei voluto urlare, per allontanare il dolore, ma non potevo. Ne è uscito un grido silenzioso, ma lacerante.

Il ricordo di tutte quelle umiliazioni, di tutte quelle lacrime versate per nulla, mentre mi illudevo che fossero sacrifici che mi avrebbero premiata perché non vani, perché alimentati da un amore reciproco…E’ stato troppo.

E senza che me ne rendessi subito conto, quando poche ore prima ancora mi ero persa nei dolci ricordi della nostra intimità, con un gesto istintivo ho serrato le gambe, come a volermi chiudere a lui, come fosse lì e io volessi tenerlo lontano dalla mia parte più intima, estraneo.

I singhiozzi hanno rallentato il ritmo soltanto quando, stringendomi forte, ho realizzato che era tutto finito, lasciandomi uscire un  ‘mai più’: l’incubo era finito, lui non può più farmi del male…

Solo allora mi sono calmata.

Dopo la doccia, cullata dal senso di protezione del mio accappatoio col cappuccio tirato su, mi sono osservata allo specchio: gli occhi ancora lucidi, le ciglia bagnate, le guance e il naso arrossati per il vapore e per il pianto…Mi sono sentita tranquilla; quell’uomo è lontano. E io ora sono al sicuro. Mi sento di nuovo piccola, tenera, senza la sensazione di sporco dell’essere stata usata e poi buttata.

Guardavo lo specchio: ho visto di nuovo, dopo tanto tempo, il viso da bambina, con i colori accesi che mi lascia il bagno caldo, e il mio pigiama azzurro un po’ grande.

Notte.

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