Creato da: semplicecanto il 13/03/2010
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Se Dio 

 non fosse Amore...

io non sarei qui

 

 

 

 
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Pedro Salinas y Serrano

Post n°29 pubblicato il 22 Aprile 2010 da semplicecanto
 

Pedro Salinas y Serrano

(Madrid, 27 novembre 1891Boston, 4 dicembre 1951)

è stato un poeta spagnolo appartenente alla generazione del 1927.

Nacque a Madrid e in questa città trascorse i primi anni della sua giovinezza. Terminati gli studi secondari nel 1908 si iscrisse alla facoltà di legge che abbandonò dopo soli due anni per seguire i corsi di lettere terminati nel 1913 con una laurea in lettere e filosofia. Nello stesso anno collaborò a preparare, insieme all'amico Díez-Canedo, una antologia di traduzioni di poesie francesi e si iscrisse subito al dottorato di ricerca, sempre presso la stessa facoltà, che concluse nel 1916.

Da giovane a Madrid Pedro Salinas sviluppò interessi in numerosi campi: legge, filosofia, scrittura. Il suo sogno era quello di diventare esperto in tutte queste aree d'esperienza.

L'opera poetica di Salinas, divisa in nove libri, si distingue in tre fasi distinte ma allo stesso tempo complementari.

A Baltimora intensa e varia sarà l'attività letteraria degli ultini anni della sua vita. Salinas infatti si dedicherà, oltre che alla poesia, agli studi critici, ai saggi, al romanzo e al teatro.
Il suo ultimo libro di versi, Confianza, verrà pubblicato nel 1955 dopo la morte dell'autore che avverrà a Boston nel 1951.
Secondo il desiderio del poeta venne seppellito nel cimitero di Santa Magdalena a Puerto Rico.

E' un poeta che mi piace, la sua scrittura mi emoziona, le sue parole forti.. ho sempre ammirato il suo modo senza remore di esplicare le sue emozioni  .. mi coinvolge.. grande capacità di manifestare amore.. ah che uomo :)))))))))))) si mi piace!!!

scusate se colmo questo spazio più di poesie che di biografia sua.. ma queste parole parlano da sole..

"Al di là di te ti cerco.

Non nel tuo specchio

e nella tua scrittura,

nella tua anima nemmeno.

Di là, più oltre."

*

 

"Perdonami se vo così cercandoti,
così maldestramente dentro
di te.
Perdonami il dolore, qualche volta."

*

 

"Io non ti vedo. So bene
che sei qui, dietro
una parete fragile
di mattoni e di calce, alla portata
della mia voce, se io ti chiamassi.
Ma io non chiamerò."

*

Non voglio che tu te ne vada

dolore, ultima forma
di amare. Mi sento
vivere quando mi fai del male
non in te, né qui, più lontano:
nella terra, nell'anno
da dove vieni tu,
nell'amore con lei
e tutto ciò che fu.
In questa realtà
sprofondata, che si nega
a se stessa e si ostina
che mai è esistita,
che fu solo un mio pretesto
per vivere.
Se non mi rimanessi tu,
dolore, incontrastabile,
io lo crederei;
però mi rimani tu .
Che tu sia realtà mi da la sicurezza
che niente fu menzogna.
E fin quando io ti sento,
tu sarai per me, dolore,
la prova di un'altra vita,
in cui non mi affliggevi.
La grande prova, a distanza,
che esistette, che esiste,
che mi amò, sì,
che ancora la amo.

 

*

Non respingere i sogni perché sono sogni.
Tutti i sogni possono
essere realtà, se il sogno non finisce.
La realtà è un sogno. Se sogniamo
che la pietra è pietra, questo è la pietra.
Ciò che scorre nei fiumi non è acqua,
è un sognare, l'acqua, cristallina.
La realtà traveste
il sogno, e dice:
"Io sono il sole, i cieli, l'amore".
Ma mai si dilegua, mai passa,
se fingiamo di credere che è più che un sogno.
E viviamo sognandola. Sognare
è il mezzo che l'anima ha
perché non le fugga mai
ciò che fuggirebbe se smettessimo
di sognare che è realtà ciò che non esiste.
Muore solo
un amore che ha smesso di essere sognato
fatto materia e che si cerca sulla terra.

(Largo lamento)

*

 

Se mi chiamassi, sì,
se mi chiamassi. 
Io lascerei tutto,
tutto io getterei:
i prezzi, i cataloghi,
l'azzurro dell'oceano sulle carte,
i giorni e le loro notti,
i telegrammi vecchi
ed un amore.
Tu, che non sei il mio amore,
se mi chiamassi! 
E ancora attendo la tua voce:
giù per i telescopi,
dalla stella,
attraverso specchi e gallerie
ed anni bisestili può venire. 
Non so da dove.
Dal prodigio, sempre.
Perché se tu mi chiami
- se mi chiamassi, sì, se mi chiamassi -
sarà da un miracolo,
ignoto, senza vederlo. 
Mai dalle labbra che ti bacio,
mai dalla voce che dice: 
"Non te ne andare". 

*


:))))))))) è bella questa foto.. quanto mi emoziona...

Ieri ti ho baciato sulle labbra. 
Ti ho baciato sulle labbra. 
Intense, rosse. 
Un bacio così corto durato più di un lampo, 
di un miracolo, 
più ancora. 
Il tempo 
dopo averti baciato 
non valeva più a nulla ormai, 
a nulla era valso prima. 
Nel bacio il suo inizio e la sua fine. 
Oggi sto baciando un bacio; 
sono solo con le mie labbra. 
Le poso non sulla bocca, 
no, non più - dov'è fuggita? 
Le poso sul bacio che ieri ti ho dato, 
sulle bocche unite dal bacio che hanno baciato. 
E dura, questo bacio più del silenzio, della luce. 
Perchè io non bacio ora 
né una carne né una bocca, 
che scappa, che mi sfugge. 
No. Ti sto baciando più lontano. 

 

 
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