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Anna Politkovskaja

Post n°60 pubblicato il 23 Dicembre 2011 da semplicecanto
 

Morte di una donna coraggiosa

 

A volte la gente paga con la propria vita per dire ad alta voce ciò che pensa”.

MOSCA — La giornalista russa Anna Politkovskaja, nota per le sue posizioni critiche nei confronti del Cremlino particolarmente per il conflitto in Cecenia, è stata uccisa ieri a Mosca, riferisce l’agenzia Interfax. Il corpo della giornalista è stato trovato in serata nell’ascensore di casa. A un primo esame la morte sembra dovuta a colpi d’arma da fuoco. La polizia ha trovato nell’abitacolo una pistola con quattro colpi esplosi. Dimitri Muratov, direttore del quotidiano «Novaia Gazeta» per il quale la giornalista uccisa lavorava come editorialista, ha dichiarato che l’omicidio «sembra essere una punizione per i suoi articoli». Politkovskaia, 48 anni, aveva fra l’altro lavorato a una rigorosa inchiesta sulla corruzione in seno al ministero della difesa e del contingente russo in Cecenia. Nella sua lunga attività di paladina dei diritti umani nella piccola repubblica caucasica, si era fatta molti nemici, sia fra le forze russe che fra i guerriglieri. Politkovskaia aveva nel 2000 vinto il premio «Penna d’oro», l’equivalente russo dell’americano Pulitzer.

 

Era in possesso di foto e documenti che testimoniavano di rapimenti e torture in Cecenia.

Dal Rapporto sulla Cecenia di Amnesty International:

 

In Cecenia sia le forze federali che cecene hanno continuato a macchiarsi di gravi violazioni dei diritti umani, compresi crimini di guerra. Le forze di sicurezza cecene sotto il comando di Ramzan Kadyrov, il primo vice Primo ministro della Cecenia, e divisioni di forze federali in cui erano arruolati ceceni sono state sempre più coinvolte in episodi di arresti arbitrari, torture, e "sparizioni" in Cecenia. È stato riferito che funzionari di alto rango, come il presidente della Cecenia, Alu Alkhanov, hanno ammesso il coinvolgimento delle forze federali e cecene nelle "sparizioni" in Cecenia. Vi sono state anche detenzioni in centri di detenzione non ufficialmente riconosciuti. I familiari di persone "scomparse" hanno manifestato in Cecenia per chiedere informazioni sulla sorte dei loro cari. Secondo quanto riferito, le donne hanno continuato a essere oggetto di violenza di ogni genere, compresi stupri e di minacce di stupro per motivi etnici da parte di membri delle forze di sicurezza federali e cecene. Stando alle fonti, gruppi di opposizione armata hanno a loro volta commesso crimini di guerra, anche con attacchi diretti nei confronti di civili.

Nelle altre repubbliche del Caucaso del Nord non sono cessati violenze e disordini, sempre più spesso accompagnati da denunce di violazioni dei diritti umani come detenzioni arbitrarie, torture, "sparizioni" e rapimenti.

dal web : http://antonio1959s.wordpress.com/2006/10/08/una-donna-coraggiosa/

 

 
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