TagSe Dio non fosse Amore... io non sarei qui
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(piazza Manzoni Lecco) Alessandro Manzoni (Milano, 7 marzo 1785 – Milano, 22 maggio 1873) è stato uno scrittore e poeta italiano. È considerato uno dei maggiori romanzieri italiani di tutti i tempi, principalmente per il suo romanzo I promessi sposi, la sua opera più conosciuta, caposaldo della letteratura italiana. Il padre ufficiale di Manzoni – Don Pietro (1736-1807) – era ormai sulla cinquantina quando il futuro scrittore e poeta nacque ed era membro di un'antica famiglia stabilitasi a Lecco nel 1612 con Giacomo Maria Manzoni. La prepotenza dei Manzoni era tale che sia a Lecco che a Barzio, in Valsassina, circolavano proverbi che li paragonavano al Pioverna, un torrente che conosceva piene violente ed impetuose. Il suo vero padre potrebbe essere stato Giovanni Verri (fratello minore di Pietro e Alessandro Verri), come confermerebbe una lettera a lui inviata da Giuseppe Gorani ritrovata recentemente a Milano I suoi primi due anni di vita li trascorse nella cascina Costa di Galbiate, tenuto a balia da Caterina Panzeri. Questo fatto è attestato dalla targa tuttora affissa in questa cascina. In seguito alla separazione dei genitori (la madre dal 1793 convive con il colto e ricco Carlo Imbonati, prima in Inghilterra, poi in Francia, a Parigi), Alessandro Manzoni viene educato in collegi religiosi, dal 1796 al 1798 presso il collegio Sant'Antonio dei padri Somaschi a Merate e Lugano, poi presso i Barnabiti. Pur essendo insofferente di tale pedantesca educazione, della quale denunciò i limiti anche disciplinari e pur venendo giudicato uno studente svogliato, da tali studi deriva una buona formazione classica e un gusto letterario. A quindici anni sviluppa una sincera passione per la poesia e scrive due notevoli sonetti. Il nonno materno gli insegna a trarre dall'osservazione del reale conclusioni rigorose ed universali. Nel 1811 Manzoni, già anticlericale per reazione all'educazione ricevuta ed indifferente, più che agnostico o ateo, riguardo al problema religioso, si riavvicina alla Chiesa. Nel 1808, a Milano, lo scrittore aveva sposato la calvinista Enrichetta Blondel (1791-1833), figlia di un banchiere ginevrino; il matrimonio si rivelò felice, coronato dalla nascita di 10 figli. Tornato a Parigi la frequentazione con il sacerdote Eustachio Degola, genovese, giansenista (che da Sant'Agostino deriva l'interpretazione assolutistica del problema della predestinazione, della grazia e del libero arbitrio), porta i due coniugi l'una all'abiura del calvinismo e l'altro ad un riavvicinamento alla pratica religiosa cattolica Tale riconciliazione con il cattolicesimo è per lo scrittore il risultato di lunghe meditazioni; il suo atteggiamento, pur nella sua stretta ortodossia (cioè nell'esigenza di attenersi rigorosamente ai dettami della Chiesa), ha coloriture gianseniste che lo portano alla severa interpretazione della religione e della morale cattoliche. La riscoperta della fede fu per Manzoni la conseguenza logica e diretta del dissolversi, nei primi anni dell'800, del mito della ragione, concepita come perennemente valida e certa fonte di giudizio, donde la necessità di individuare un nuovo sicuro fondamento della moralità. Persa, quindi, la speranza di raggiungere la serenità per mezzo della ragione, la vita e la storia gli parvero romanticamente immerse in un vano, doloroso, inspiegabile disordine: per non abbandonarsi alla disperazione bisognava trovare un fine ultraterreno. Nel Manzoni, quindi, l'irrequietezza esistenziale si compone nella fede fervente conciliandola con la fermezza intellettuale. Scrittore fecondo e versatile, Alessandro Manzoni iniziò negli anni giovanili con composizioni di ispirazione neoclassica. La conversione religiosa determinò una grande svolta nella sua attività letteraria. Tra il 1812 e il 1822 compose gli Inni sacri, cinque composizioni poetiche dedicate alle maggiori festività della Chiesa Cattolica: La Resurrezione, Il nome di Maria, Il Natale, La Passione,La Pentecoste. Nel 1821 scrisse le cosiddette "odi civili": Marzo 1821, dedicata alle insurrezioni anti-austriache di quell'anno, e Il Cinque Maggio, composta di getto all'annuncio della morte di Napoleone Bonaparte. Tra il 1816 e il 1822 scrisse inoltre due tragedie, Il Conte di Carmagnola (1816) e Adelchi (1822), frutto di un'attenta riflessione teorica sul teatro e sul genere tragico in particolare. L'opera più completa e matura di Manzoni è però il romanzo I Promessi Sposi, scritto in una prima versione (con il titolo Fermo e Lucia) tra il 1821 e il 1823; poi profondamente modificato dal punto di vista della narrazione e pubblicato nel 1827; infine ancora rivisto, questa volta solo nella forma linguistica: nella ricerca di una lingua accessibile agli italiani di varia origine e cultura Manzoni scelse come modello il fiorentino parlato dai contemporanei. Questa versione definitiva fu pubblicata a dispense tra 1840 e il 1842. Va ricordata inoltre la produzione saggistica di Manzoni, articolata in scritti critici, morali, storici e linguistici. http://www.museilecco.org/museomanzoniano.htm
Il vero male non è quello che si soffre ma quello che si fa. *
Occupati dei guai, dei problemi Alessandro Manzoni
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