Creato da: semplicecanto il 13/03/2010
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Rita Hayworth

Post n°46 pubblicato il 11 Giugno 2010 da semplicecanto
 

Rubato post con consenso ad Andrea.Giorgio
STAR DI HOLLYWOOD: RITA HAYWORTH

 

Il suo nome non può che evocare il periodo aureo della storia del cinema, quando Hollywood era il regno di star quasi sovrumani e divo era sinonimo di mito. E come tutti i grandi miti il suo si nutriva di pochi, piccoli gesti: un guanto nero sfilato con estenuante e sensuale lentezza e le mani tra i capelli a scompigliare quella magnifica cascata rosso fiamma.

Nata a New York nel 1918, Margarita Carmen Cansino era figlia primogenita di Volga Haworth, olandese, ballerina di Zigfield e di Eduardo Cansino, maestro di ballo di origine spagnola. Precoce bambina prodigio, a quattro anni i suoi genitori la inseriscono nel loro spettacolo, riscuotendo grande successo, nei locali degli Stati Uniti. A dodici anni è già una bravissima ballerina, tanto da insegnare i passi di flamenco, fandango e tip tap agli allievi della scuola di ballo di suo padre, a Los Angeles.

Il suo debutto artistico avviene a tredici anni, sui palcoscenici dei night club di ambiente messicano, dove si esibisce come ballerina di ritmi latino-americani. Nel 1935 firma un contratto con la Fox, dopo che un produttore l'ha vista ballare in un night di Agua Caliente, ed appare in alcuni film, ma il cammino verso il successo è difficile e tormentato, e le occasioni per continuare la strada intrapresa le vengono offerte solo dagli immancabili film di serie B, seguiti dalle immancabili delusioni per il successo che non arriva.

Nel 1937,  il primo marito, Edward C. Hudson, un uomo che ha il doppio della sua età, rappresentante di automobili che ben presto si trasforma nel suo intraprendente press-agent, le procura un contratto con la Columbia, il cui presidente, Harry Colin le inventa il nome d'arte, facendolo derivare, con l'aggiunta di una y, dal cognome della madre, Haworth.
Nonostante ciò viene confinata ancora in film di scarso rilievo, fino a quando, nel 1939,  non le viene affidato un ruolo in "Avventurieri dell'aria", che aveva come protagonista maschile Cary Grant. Con questo film l'attrice si avvia a diventare qualcosa di più di una bella a brava ballerina, anche se un giorno fa dichiarare a Fred Astaire: "Impara i passi più rapidamente di chiunque io abbbia mai conosciuto".
Con lui ballerà in "L'inarrivabile felicità" e in "Non sei mai stata così bella", due musical dalle trame alquanto improbabili ma con formidabili numeri di ballo, sfolgoranti coreografie e tante bellissime canzoni. Successivamente interpreta il film "Seduzione", con quello che sarà il suo partner ideale: Glenn Ford.

C'è poi il primo, vero, grande successo in "Bionda fragola", al quale fa seguito "Sangue e arena", dove compare per la prima volta con i famosi capelli color rosso fuoco, nel ruolo di una seducente avventuriera che fa perdere la testa al torero Tyron Power il quale, sopraffatto dalla passione, abbandona moglie e corride. Film spettacolare per lo sfolgorante technicolor e indimenticabile per la prepotente bellezza della Hayworth, che fece letteralmente perdere la testa alle platee maschili di tutto il mondo.

Nel 1942 si separa dal  primo marito per sposare il grande Orson Welles, da cui nel 1946 avrà la figlia Rebecca.

Nel 1944 interpreta due buoni film musicali: "Fascino", con Gene Kelly e "Stanotte e ogni notte", e il  famosissimo "Gilda" con Glenn Ford, nel personaggio   di dark lady mangiauomini, bugiarda a traditrice, ma anche donna bisognosa d'amore e di tenerezza.
Il film le darà notorietà mondiale inimmaginabile e il personaggio le rimarrà attacato addosso come un alter ego che condizionerà non poco le sue future interpretazioni. Rita è  perfetta nel suo primo ruolo drammatico, trionfo della femminilità quando si toglie i lunghi guanti neri, desiderio irrefrenabile quando languidamente sussurra, "Amado mio". Il ciclone  Gilda fu talmente forte che pochi mesi dopo l'uscita della pellicola, la foto della Hayworth e il nome Gilda vennero incollati sulla bomba atomica sganciata nel 1946 sull'atollo di Bikini.

Dopo "Gilda",   finisce anche il suo matrimonio con Orson Welles, ma nonostante ciò i due restano amici anche se, sadicamente e, forse anche volutamente, lui comincia a distruggerne l'immagine quando, dirigendola in "La signora di Shangai", le fa tagliare corti i capelli e tingerli di biondo platino. Il film, però, non ha il successo sperato e la nuova immagine di Rita non piace al pubblico, tanto che i produttori aspettano che le ricrescano i capelli prima di farle girare "Gli amori di Carmen", ancora con Glenn Ford.

Nel frattempo, in Costa Azzurra, conosce il principe Ali Khan, figlio dell'Aga Khan, uno dei capi spirituali dell'Islam, e con una fastosa cerimonia, nel maggio 1949, lo sposa in Francia. Le nozze furono avversate dal "Club delle donne americane", che propose di boicottare i suoi film, e condannate dal Vaticano, che arrivò a scomunicarla per il suo comportamento, definito scandaloso. Lo stesso anno nasce la sua seconda figlia, Yasmine, e intanto Hollywood dimentica la diva.  Dal canto suo non fa nulla per riconquistare il suo pubblico, continua a vivere al di là dell'Atlantico, e per due anni fa solo la moglie e la madre amorevole, finchè, nei primi anni cinquanta, dopo la rottura con Ali Khan,  torna in America e riprende a lavorare, con due buoni film: "Trinidad", con il partner di sempre Glenn Ford, e "Salomè", con la celeberrima scena della danza dei sette veli.

Da un po' di tempo il  male di Rita è l'alcool, e anche se le brucia dentro, riesce comunque a dare il meglio di se in film come: "Pioggia", "Pal Joe" con Frank Sinatra, "Tavole separate" e l'ultimo "Cordura" con Gary Cooper. Ma  in una Hollywood che non appare più interessata a lei,  a sessanta anni si ritira tristemente dalle scene, anche perchè colpita da una terribile malattia, il morbo di Alzheimer. Scompare a sessantanove anni,  a New York nel 1987,  assistita amorevolmente dalla figlia Yasmine. Usciva di scena quella che era stata una grande dispensatrice di sogni.

 
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Commenti al Post:
Andrea.Giorgio
Andrea.Giorgio il 11/06/10 alle 15:36 via WEB
Ciao e buon pomeriggio - Andrea
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