una poesia al giorno

raccontare di questo manifesto provoca imbarazzo...


«Montami a costo zero». Se l'oggetto da vendere diventa il corpo di leidi Maunela Modica Un pannello fotovoltaico e una donna nuda, ripiegata in modo da suggerire una posizione sessuale tra le più note. Si fa fatica a credere come il guizzo creativo di chi si trova davanti un pannello - benché possa godere perlomeno del fascino della novità – possa nascere da quel genere di pulsioni. E non si vuole certo scomodare Freud per ricorrere a facile ilarità, perché l’argomento è serissimo e perché si teme di dover bussare alla porta di Jung, piuttosto, per scomodare l’inconscio collettivo di un popolo che perde ogni giorno pezzi di decenza fino a gridarlo su un manifesto.Che fino a ieri campeggiava alto sulle vie di Milazzo per pubblicizzare il montaggio di pannelli fotovoltaici a costo zero. I creativi  della Neo Comunication, autori dello spot si saranno arrovellati: cos’è che si monta di solito e che può costare anche caro? Una donna. Così che raccontare di questo manifesto provoca imbarazzo, e non per la volgarità – che pure provoca brividi di gelo – ma per l’unico messaggio che davvero regala lo spot: sprofondo culturale. A difesa del quale viene chiamato in causa addirittura Oliviero Toscani. Perché questi creativi «buttano sangue» come lui, scrive Salvatore Calderone - poco dopo aver tolto lo spot come immagine del proprio profilo - sulla bacheca del gruppo Donne Libere e spiega: «Solo ironia... il loro lavoro lo fanno veramente col cuore». Non ce ne vorrà Calderone se piuttosto che al cuore ci viene da pensare a qualcos’altro, volendo scovare l’origine creativa del loro guizzo, se non altro per l’evidenza che l’immagine suggerisce. Ma siamo d’accordo con lui: è ironia, di quella che piace e far sbellicare chi pensa che una donna si debba comprare, montare, svendere. In questa vertigine da precipizio, però, si trovano degli appoggi. Il manifesto che pure penetra nei luoghi comuni sul machismo siculo, trova un comune luogo di indignazione. «Sentiamo l’urgenza di sollevare una reazione forte di fronte a una deriva italiana non più sopportabile», commenta Pina Milici, del gruppo Donne libere, che ogni domenica offre dibattiti e incontri sulla condizione femminile al bel caffè letterario, Puck. «Quando ho contattato il titolare della ditta mi ha aggredita e minacciata. Abbiamo deciso allora di segnalarli allo Iap», racconta Rosalba Lo Presti. E la reazione di Donne libere si è estesa: l’associazione Donne in quota, gruppi su Facebook – Mail bombing contro lo spot «a costo zero» -, l’assessorato alle pari opportunità, quello alle politiche sociali e il sindaco stesso, hanno richiesto la rimozione del manifesto dello scandalo. E l’hanno ottenuta.I manifesti sono stati rimossi e il titolare della ditta, Federico Calderone s’è scusato ufficialmente. Seppure a denti stretti, tenendo a sottolineare che a «Milano, Firenze, Roma, dove la comunicazione è piena di messaggi sarcastici e coadiuvanti una campagna come quella proposta dalla nostra azienda sembrerebbe un messaggio innocente e simpatico e di sicuro stimolo».