Scorci di fantasia

Post N° 8


Elena: (scatta in piedi) Voi siete ferito…..quasi lo dimenticavo. Venite, fatemi vedere. (lo costringe con delicatezza a sedersi)Uomo: Non è nulla di grave ragazza. Solo una ferita poco profonda.Elena: (lo ignora sollevando la camicia e scoprendo un taglio profondo e sanguinante) Poco profonda eh? Certo, come no? (si passa una mano sulla fronte, tra sé) E adesso? Bisogna che faccia qualcosa o morirà dissanguato…….vediamo…..fuoco….si ho bisogno di acqua calda…..(a voce alta) Voi rimanete disteso…..(la giovane raccoglie alcuni rami secchi, un po’ di erba secca e alcune pietre e prepara la base per accendere il fuoco, poi estrae dal sacco le due pietre focaie e tenta di far sprizzare una scintilla. Dopo qualche tentativo riesce a posizionare le pietre nel modo giusto e ad accenderlo)Elena: Avete dell’acqua? Devo pulirvi la ferita.Uomo: (la guarda per un momento poi fa un cenno con la testa) Nel mio zaino, deve essere lì da qualche parte(indica dei cespugli poco lontani) Dentro c’è anche una pentola di legno.Elena: (dopo alcuni minuti riesce a trovarlo e lo porta indietro) Viaggiate leggero, vedo, pesa pochissimo, non ci dev’essere quasi nulla qui.Uomo: (reprime un sorriso) Ci sono situazioni in cui poter correre è l’unica speranza.(la ragazza versa dell’acqua nella pentola, poi prende una pietra dal falò, e dopo averla pulita dalla terra con un bastone, la fa cadere dentro. Ripete l’operazione due volte. L’acqua dopo un po’ comincia a fumare)Elena: Ecco…..ora mi serve una pezza di stoffa però……(si guarda intorno e poi prende il suo sacco e, tirata fuori una camicia ne strappa una manica) Meglio di niente direi. (lo immerge nell’acqua calda e lo posa sulla ferita pulendola delicatamente) Va bene….(prende lo zaino dell’uomo e ci fruga dentro)Uomo: (allarmato) Ehi che fai? Cosa stai cercando?Elena: (tira fuori una piccola borraccia di pelle, toglie il tappo e annusa) Questo. Speravo che aveste del vino….Uomo: Ehi, ehi….aspetta. Che intenzioni hai?Elena: (lo ignora e versa il vino sulla ferita)Uomo: (sobbalza e stringe i denti)Elena: Mi spiace….ma o questo o il fuoco….cosa preferivate?Uomo: (a denti stretti) Suppongo che questo sia meglio….Elena: (sorride) Lo penso anche io. (tra sé) Spero non si accorga che sto quasi andando alla cieca…..quel libro non è poi stato inutile. Una bella storia…..ma non avrei mai pensato che mi sarebbe servita per una situazione vera. (accosta i lembi della ferita poi li lascia andare, a voce bassa) Non staranno mai chiusi, nemmeno con una fasciatura…(tra sé) Non c’è mai niente di facile…..cucirli sarebbe la cosa migliore….ma con ago e filo sono sempre stata un disastro…..Uomo: (la guarda) C’è per caso qualcosa che vorresti dirmi? Lo vedo anche io sai che questa ferita andrebbe ricucita.Elena: Ah ecco….sì è questo il punto……Uomo: Non possiedi ago e filo? Nemmeno io.Elena: (imbarazzata) No….a dire la verità li ho. Il punto è che non so cucire. Però non credo che abbiate altra scelta, devo farlo.Uomo: Capisco. Eh va beh, suppongo che peggio di così non possa andare, comunque. (la giovane tira fuori gli strumenti e cercando di tenere la mano ferma mette i punti sulla ferita, poi strappa un altro pezzo della camicia e benda il torace dell’uomo)Elena: Ecco….meglio di così non posso fare.Uomo: (si abbassa la camicia e cerca di sollevarsi)Elena: (lo blocca e lo spinge giù di nuovo) Dove credete di andare? Dopo tutta la fatica che ho fatto per salvarvi la vita…..Uomo: Quella è stata davvero una pazzia.Elena: (trattiene un sorriso)…..non voglio che moriate perché ve ne siete andato a spasso. Oggi dovete stare fermo.Uomo: (esita per un attimo, poi cede) Va bene, come vuoi.Elena: Avete fame?Uomo: Qualcosa da mettere sotto i denti certo non lo disprezzerei.Elena: C’è anche qualcosa da mangiare dentro quel vostro zaino?…..perchè io ho solo pane e formaggio. Altrimenti vi dovrete accontentare.Uomo: Mi accontento. Non mi è rimasto nemmeno un pezzo di carne.Elena: (lancia un’occhiata ad un arco appoggiato ad un tronco) Va bene allora. (tira fuori il pacchetto con il cibo e lo divide dandone la metà all’uomo) Non è molto, mi spiace.Uomo: (addenta un pezzo di pane e poi la guarda fisso)Elena: (spazientita) Ma insomma. Sarà la sesta volta che mi guardate in questo modo…mi volete spiegare cosa c’è?Uomo: (inghiotte il boccone) Non hai altro?Elena: Come vi dicevo ho solo questo, mi spiace.Uomo: Non si tratta di questo. (fa una pausa) Perché mi stai aiutando? Non mi conosci neppure eppure mi hai salvato, medicato, rotto una tua camicia per fasciarmi e ora mi offri anche da mangiare quando non ne hai nemmeno abbastanza per te.Elena: Oh….(arrossisce) Ecco io…..cosa avrei dovuto fare? Lasciarvi morire? (tra sé) Beh in un certo senso ha pure ragione. Uomo: Molte persone lo avrebbero fatto. Quindi mi stai dicendo che non sai chi sono e non vuoi nulla da me?Elena: (lo guarda sorpresa) Perché? Chi siete? Io non vi avevo mai visto prima.Uomo: (la guarda negli occhi) Va bene ti credo……(fa una pausa) Ti chiedo scusa. (tende una mano) Il mio nome è Kir.Elena: (la stringe sorridendo) Io sono…..mi chiamo Nefer. (tra sé) Sarà stupido ma dato che ho cominciato quest’avventura mi sembra giusto scegliermi un nome diverso.Kir: Bene, Nefer, direi che è un vero piacere conoscerti.Nefer: (sorride) Tenete. (gli porge la borraccia) Bevete.Kir: (beve e poi gliela ridà) Il tuo turno ora.Nefer: (beve e poi lo guarda pensosa) Perché vi hanno attaccato? Dalle loro parole parevano conoscervi e avere un conto in sospeso con voi.Kir: (si solleva e si appoggia ad un masso) Qualche settimana fa uno di loro mi ha attaccato e io mi sono difeso e ho vinto. Lui è scappato. Mentre volava via gli ho gridato che se proprio voleva prendermi avrebbe dovuto portarsi degli amici….beh a quanto pare mi ha preso in parola.(in quel momento si sente un rumore poco lontano e l’uomo porta una mano alla spada guardandosi attorno circospetto, poi non vedendo nessuno si rilassa)Nefer: (lo osserva pensosa) Da chi scappate?Kir: (sobbalza e la guarda insospettito) Cosa ti fa pensare che io stia scappando?Nefer: (scrolla le spalle) Niente, semplicemente il vostro modo di fare. Il fatto che siete così sospettoso nei miei confronti, che siete sempre all’erta, il vostro zaino leggero ottimo per chi fugge. Avete detto di non avere cibo eppure possedete un arco, ciò significa che non avete avuto il tempo di fermarvi a cacciare. E poi la vostra spada e la vostra stessa persona dimostrano che avete combattuto molto. Insomma ho tirato le mie conclusioni. Sbaglio?Kir: (si rilassa contro il masso) Sei intelligente ragazza. E’ vero sto fuggendo. Questo non ti fa paura? Potrei anche essere qualcuno di pericoloso.Nefer: Oh su questo non ho dubbi, voi siete di sicuro pericoloso. Ma non siete malvagio. Chi vi cerca lo è.Kir: Molto bene, hai ragione, anche se non so cosa ti renda così sicura.Nefer: Una sensazione diciamo.Kir: Comunque non ho intenzione di raccontarti nulla di me.Nefer: Fate come preferite.Kir: E tu invece chi sei?Nefer: Ah capisco. Voi vi tenete i vostri segreti e io dovrei svelarvi i miei?Kir: (sorride) Giusta obbiezione.Nefer: In ogni caso non sono di queste parti. Potremmo dire che sono una straniera e che vengo da molto lontano.Kir: E ti sei messa in viaggio da sola, armata di un solo pugnale che, per giunta, non sai usare?Nefer: Suppongo non immaginassi di averne davvero bisogno.Kir: Non c’è dubbio, sei davvero pazza.Nefer: Il fatto è che non conosco questi luoghi…….sono talmente pericolosi?Kir: Non è certo una bella zona questa, ma anche il resto non è certo scevro da pericoli. Solo chi si vuole nascondere viene qui.Nefer: E da cosa si vogliono nascondere?Kir: Da molte cose diverse. Alcuni scappano dal loro passato, altri invece temono il loro futuro…..una corda al collo non è un bel pensiero, altri invece fuggono da qualcuno. Ma non ha importanza, la maggior parte delle persone che vivono in queste zone non sono brava gente. Se vuoi un consiglio ragazza vattene al più presto. (fa un gesto verso nord) In quella direzione a due giorni di cammino c’è una città, si trova fuori da queste terre.Nefer: E voi invece dove andrete?Kir: Io? A sud. Nefer: Capisco. Va bene.