È il flash dell’arrestoaccecante come un fulmineche abbatte la vita quotidiana, la sua normalità. È la lacerazione della carne e della mentequando lame affilate ti forzano ad entrarein quest’immenso deposito di regole,di linee di condotta e di processisotto controllo dei mercanti di potere. È lo spaccarsi della carne, l’esecuzione dell’innocenza:il tritacarne intanto schiaccia la tua vitamentre vestiti neri stanno seduti in altoe nere telecamere fissano verso il basso,guardando altrove dalla verità che giaceal di là delle menzogne, oltre le interpretazionitutte sbagliate. È il sistema della giustizia, è la fabbrica della prigioneche fa dell’uomo insieme il suo prodotto e il suo nemico,come se appartenesse a un’altra specieda odiare, da ignorare, da eseguirecome una bestia in trappola, cadutanelle complicità del comportamento umano. È il morso che azzanna la libertà di ognuno,il buco dal quale ricevo pranzo e cena,la cella d’isolamento di tre metriper poco più di due in cui io vivo,sono i media che non vogliono mostrare né ascoltarequalsiasi verità che possa daredel governo l’immagine di un mostro da temereo dal quale meglio ancora farsi addomesticare. È avere le manette tutti i giorni,i giorni senza sole, le notti senza luna,l’esistenza inumana,gli estranei che mi indagano ogni giornoe che ogni giorno frugano il mio corpo,è il furto delle prove, degli elenchi dei testimoni,sono le false imputazioni,è il processo imminente per il quale essi,esattamente gli stessiche hanno messo in prigione un innocente,ora vogliono giustiziarlo se sarà dichiaratocolpevole. È la gente ciecache ascolta e che non guarda,sente ma non aiuta. K. L. Guillen
DA : IL TRITACARNE di Karl L. Guillen ( il libro è in vendita i proventi servono a sostenere Karl )
È il flash dell’arrestoaccecante come un fulmineche abbatte la vita quotidiana, la sua normalità. È la lacerazione della carne e della mentequando lame affilate ti forzano ad entrarein quest’immenso deposito di regole,di linee di condotta e di processisotto controllo dei mercanti di potere. È lo spaccarsi della carne, l’esecuzione dell’innocenza:il tritacarne intanto schiaccia la tua vitamentre vestiti neri stanno seduti in altoe nere telecamere fissano verso il basso,guardando altrove dalla verità che giaceal di là delle menzogne, oltre le interpretazionitutte sbagliate. È il sistema della giustizia, è la fabbrica della prigioneche fa dell’uomo insieme il suo prodotto e il suo nemico,come se appartenesse a un’altra specieda odiare, da ignorare, da eseguirecome una bestia in trappola, cadutanelle complicità del comportamento umano. È il morso che azzanna la libertà di ognuno,il buco dal quale ricevo pranzo e cena,la cella d’isolamento di tre metriper poco più di due in cui io vivo,sono i media che non vogliono mostrare né ascoltarequalsiasi verità che possa daredel governo l’immagine di un mostro da temereo dal quale meglio ancora farsi addomesticare. È avere le manette tutti i giorni,i giorni senza sole, le notti senza luna,l’esistenza inumana,gli estranei che mi indagano ogni giornoe che ogni giorno frugano il mio corpo,è il furto delle prove, degli elenchi dei testimoni,sono le false imputazioni,è il processo imminente per il quale essi,esattamente gli stessiche hanno messo in prigione un innocente,ora vogliono giustiziarlo se sarà dichiaratocolpevole. È la gente ciecache ascolta e che non guarda,sente ma non aiuta. K. L. Guillen