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Le riflessioni di William sul presidio

Post n°97 pubblicato il 11 Febbraio 2009 da unbelievers.rimini
 

Un "equilibrato" intervento di William sul presidio di domenica in piazza Cavour:

 

QUATTRO CORDE VOCALI CONTRO SEI TELEVISIONI
L'autocompiacimento non rientra nel nostro stile comunicativo. In genere siamo sempre piuttosto severi con noi stessi, e siamo soliti guardare al nostro orticello ateo-razionalista con quella sorta di forma mentale minoritaria di chi è abituato da tempo a portare avanti una posizione di frontiera, un poco negletta e misconosciuta. In una società apparentemente secolarizzata, dove addirittura astuti filosofi proclamano la "morte di dio", essere atei, agnostici e razionalisti sembra quasi voler ergersi a testimonianza di qualcosa di superfluo. E' come mettersi a decantare le virtù dell'automobile in un mondo già pieno di automobili. Una cosa inutile, appunto. In realtà, se è vero che "dio è morto", e che a seppellire dio ci ha già pensato da tempo la società capitalistico-mercantile, è altrettanto vero però che l'ignoranza, la superstizione, il misticismo, l'irrazionalità e il sonno della ragione, sono fenomeni di vivissima attualità sociale, culturale e antropologica. Se poi questi fenomeni si uniscono al potere temporale di una Chiesa Cattolica sempre più ripiegata a salvaguardare dogmi che fanno acqua da tutte le parti, e alla prepotenza di un ceto politico che ha solo il difetto di valere culturalmente zero-virgola-zero-zero, ed essere preoccupato solo per la propria autoperpetuazione, il disastro sociale e civile di un intero paese è certamente assicurato. Questa micidiale alleanza tra sonno della ragione, ignoranza teleguidata, misticismi dogmatici e potentati politico-mediatici, l'abbiamo vista all'opera, come in un film dell'orrore, proprio in questi giorni, con la vicenda drammatica di Eluana Englaro.
Ed è proprio per aver visto o, forse, solo intuito tutto questo, che il piccolo drappello di soci e iscritti attivi dell'UAAR di Rimini ha preso di petto la situazione ed ha deciso di fare una cosa non più "minoritaria"; una cosa "grande", appunto, forse azzardata. Quella di organizzare un presidio di piazza, per denunciare le derive autoritarie portate avanti dal governo Berlusconi, per contestare l'orrenda e strumentale messa in scena mediatica della sofferenza e del dolore mascherata da pietà e da "difesa della vita", per affermare i diritti inalienabili della persona, e consentire a Eluana di uscire con dignità e decoro dalla propria sofferenza. Alla fine il nostro azzardo è stato ripagato. Oltre trecento persone si sono raccolte a Rimini, in piazza Cavour, ad ascoltare silenziosamente l'intervento urlato di Valentina, la nostra coordinatrice, che, senza altoparlante, senza megafono (la Questura ce lo aveva vietato), facendo ricorso alle sue sole corde vocali ("le mie quattro corde vocali contro le sue sei televisioni" ha gridato all'inizio) ha illustrato le ragioni di questa nostra iniziativa. "Siamo qui per difendere, nella persona di Eluana Englaro, la dignità e la libertà di scelta di ogni essere umano" ha esordito. E ancora, "siamo stati additati come partigiani della morte, tuttavia, mentre noi difendiamo il diritto di una donna in coma vegetativo da 17 anni di porre finalmente fine a una non-vita, ascoltiamo i cosiddetti sostenitori della vita sfruttare la tragedia di Eluana per strumentali fini politici, ... eppure nessuno di questi arbitri della morale assoluta ha lasciato un pensiero per i bambini di Gaza, per le loro vite, perse sotto un diluvio di bombe". Mentre Valentina gridava le sue parole, la piazza ascoltava in un silenzio carico di rabbia e partecipazione. Una partecipazione attenta, tesa, sottolineata dai numerosi applausi che le sue parole suscitavano. Alla fine del suo intervento Valentina dava la parola a Ivan, dell'associazione Luca Coscioni. Il suo intervento ha sottolineato come, il problema del testamento biologico, rappresenti in Italia un tema di stringente attualità. La vicenda di Eluana rappresenta solo il caso più eclatante e dibattuto. In realtà sono centinaia le situazioni in cui, a luci spente e senza riflettori mediatici, la pratica di accelerazione del decesso per malati terminali, viene tranquillamente attuata.
Dopo Ivan, è intervenuta la piazza. Interventi a voce gridata, in cui tutti esprimevano la rabbia e l'indignazione per quello che sta avvenendo in questo paese. Rabbia e indignazione per Eluana, il cui corpo in bilico tra non-morte/non-vita, viene ad essere strumentalizzato per fini politici. Rabbia e indignazione per i pericoli autoritari che incombono sul nostro paese, rabbia e indignazione, infine, per il divieto di poter parlare civilmente con un megafono o altro strumento di diffusione.
Infine, lasciatecelo dire, noi iscritti all'Uaar di Rimini, ci siamo sentiti veramente gratificati per essere riusciti, in poco tempo e con limiti organizzativi evidenti, a mettere in piedi una manifestazione che ha coinvolto associazioni, sindacati, gruppi di persone, singoli.
Siamo riusciti a fare una cosa importante perchè abbiamo saputo interpretare tempestivamente un bisogno e un'esigenza diffusa. Ciò che non hanno saputo o voluto fare altre realta organizzate come, ad esempio, i partiti. Che, infatti, erano i grandi assenti. 
 

 
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