Un cuore monastico

L'Ascensione del Signore


Sul Monte degli ulivi a Gerusalemme, nel luogo chiamato Imbobon (altura), si trova un piccolo edificio circolare custodito da musulmani, al suo interno, nel più totale disadorno, è racchiusa la roccia da cui il Salvatore lasciò la terra per ascendere al cielo sotto gli occhi stupiti degli apostoli. 
L’odierna esegesi biblica di matrice occidentale ritiene che il racconto dell’Ascensione sia direttamente collegato a quello della Resurrezione, una prosecuzione narrativa che ha sdoppiato il racconto dell’evento pasquale, ponendo una fine temporale alla presenza meta-storica del Risorto sulla terra. Nulla di diverso, sostanzialmente, da quanto la secolare Tradizione della Chiesa trasmette ai suoi fedeli. Infatti, se la memoria liturgica di questo evento è oggi posta 40 giorni dopo la Resurrezione e dieci prima della Pentecoste, in origine era invece celebrata nello stesso giorno della Resurrezione, in seguito insieme alla festa di Pentecoste. La prima testimonianza di questa festa si trova in Eusebio dove è chiamata “giorno solenne” e in san Gregorio di Nissa che le dà il nome di Ανάληψις, divenuto poi comune a tutta la Chiesa. Solo tra il V ed il VI secolo si stabilisce definitivamente come celebrazione autonoma.Kontàkion – tono 6Avendo portato a termine la divina economia concernente noi e avendo unito le creature terrene alle celesti, sei asceso al cielo in gloria, o Cristo Dio nostro, per non più allontanartene ma per rimanervi ininterrottamente, dicendo a coloro che ti amano: Io sono con voi e nessuno contro di voi.