Io, Libertario

LASCIATEMI KEVIN


All'ordine del giorno, parlando di Motomondiale, non si può che mettere l'errore di Valentino. Quello che La Repubblica ha definito, con successo, l'Harry Potter delle due ruote, si è trasformato in un umano. L'eroe da fumetti, come lui stesso si sarebbe battezzatto una volta conquistato l'ennesimo titolo mondiale, si è trovato culo-per-terra in quel di Valencia.
Terra di conquiste, di solito, per un campione del suo calibro. Ma questa è la vita e queste, soprattutto, sono le corse. E allora, se vogliamo parlare di culi-per-terra, di ossa rotte, di grandi drammi, di storie vere, di motori duri e puri, di piloti pelle e sangue... bè allora parliamo di Wayne Rainey. Parliamo di Mick Doohan. Parliamo di KEVIN SCHWANTZ. Io me lo ricordo come se fosse ieri, quell'Hockenheim 1991. Me lo ricordo non tanto perchè trattavasi di Hockenheim vero (rettilinei su rettilinei e poi sbang, il Motodrome), e perchè le corse in tv erano qualcosa di unico, e perchè io coccolavo la mia idea di motocicletta come di una chimera ed un sogno ed un grande progetto di vita. Me lo ricordo perchè allora quei tre, Rainey, Doohan, Schwantz, se le davano di santa ragione tra i cordoli di mezzo mondo. Mica come adesso, e mica come in F1. Proprio come in quella Formula 1, dove erano Senna, Prost, Mansell e Piquet farla da padroni; il Motomondiale, la 500 cc, aveva i suoi Kochinski, i suoi Cadalora a fare da comprimari. Che storia, gente!Quel 1991 Schwantz non si giocava il titolo (lo conquistò solo tre anni dopo e soprattutto con Rainey KO per quel maledetto incidente che lo lasciò su una sedia a rotelle), ma in ogni gara lui ci metteva la vita. In fondo a quel rettilineo sfogò la rabbia, la cattiveria, la grinta, l'amore, la passione, la forza, il coraggio... e tirando la leva del freno e spingendo quel pedale fece sobbalzare la moto come ancora le leggi della gravità non sanno spiegare. La staccata fu talmente plateale e cinematografica da sembrare finta... io sobbalzai. Con me Nico Cereghini che parlava in tv. Con me credo tutti i motard e centauri del pianeta. Kevin entrò nel Motodrome con un ovazione da stadio di centomila-e-forse-più dannati che lo amarono come non mai. Lasciatemi Kevin, per favore. Onore ai grandi campioni come Rossi. Ma Schwantz è Schwantz.