Io, Libertario

Questa volta Libero ha toppato


Ritengo Libero il miglior quotidiano del Paese. Le motivazioni sono molto semplici e non certo legate allo schieramento politico del quotidiano: chi sa leggere tra le righe avrà senz'altro colto la furiosa reazione all'idea ticket di Letizia Moratti. Penne come Oscar Giannino, Marcello Veneziani, Renato Farina, e naturalmente quella della Direttore Vittorio Feltri rappresentano una garanzia di qualità e coerenza per il lettore.Ma l'altro ieri il titolo DOVEVANO UCCIDERLO PRIMA non mi è piaciuto. Mutuando l'opinione dell'amico FF, il titolo (su Saddam Hussein, naturalmente) risulta alquanto oltraggioso e senza dubbio gratuito. Non tornerò sul tema pena di morte a lungo, mi limito a dire che, certo, per un bastardo di quelle proporzioni la morte sembra davvero l'unica punizione plausibile (e taluni direbbero la tortuna medievale, prima della morte). Ma questi sentimenti scaturiscono dall'enfasi del momento. Il pacifista con la bandierona ammainata sul terrazzo, quello che prima lanciava pietre contro i guerrafondai berlusconiani e poi riponeva icona e armi con i guerrafondai sinistrorsi al governo, inneggerà alla pena di morte quando gli ammazzeranno brutalmente un figlio sotto il naso, soprattutto se si tratterà di SUO figlio. E' solo e sempre una questione di punti di vista, di prospettive.Io parlo della pena di morte in questo caso: parlando di un Paese senza identità, con un milione di correnti religiose fondamentaliste a turbarlo e dominarlo, con un gerarca spietatato appena caduto, con il mondo che sembra ormai schierato pro o contro Islam... ebbene io credo che inasprire i toni sia negativo proprio per il nostro intento comune, libero, libertario, occidentale: riconciliarsi, ricostruire, cancellando gli estremi.A questo proposito trovo sempre illuminanti le parole di Maghdi Allam, vice-direttore del Corriere della Sera e grande 'nemico in casa' dell'Islam. Egli analizza i conflitti dalla prospettiva difficile e dolorosa dell'ideologia: è questa, in politica come in religione, il Male Assoluto.