Io, Libertario

DILIBERTO MON AMOUR


L'Onorevole Diliberto, come sapete, è il mio politico preferito. Lo è per la cultura smodata generatrice di citazionismi furibondi; lo è soprattutto per la sua a-storicità davvero mitologica. Lui, e quell'altro genio del "poeta" Sanguineti (a proposito, ma chi lo conosce?), non perdono l'occasione per sproloquiare di teoria comunista nell'epoca di e-bay e di google. L'ultima uscita del "poeta", naturalmente approvata dal mio politico d.o.c., è questa (si riferisce ai ragazzi di piazza Tien An Men): «Quaranta ragazzetti innamorati del mito occidentale e della Coca-Cola hanno fatto più rumore di migliaia di operai massacrati in Cile». Stiamo parlando di un rimbambito che qualche mese fa ha capito come conquistare i paginoni di giornalacci come Repubblica e Corriere riportando alla ribalta l'odio di classe alla rovescia, incitando cioè l'Operaio a detestare il nemico Borghese. Vi risparmio le altre stronzate che hanno attraversato il mio subconscio leggendo le sue peripezie letterarie. Diliberto, naturalmente, che non vuole essere da meno, sale in cattedra nei comizi di piazza ed inneggia ai suoi 40 mila sfigati di tesserati al partito (ma lo sai che l'Inter ha più abbonati???) demolendo i valori comuni a tutte le persone dotate di pudore, buon senso ed intelletto minimo: la proprietà, la libertà, la vita. Diliberto mon amour, se non ci fossi bisognerebbe inventarti!