Un fico per ridere

Il Gelato rubato ...


Oggi vi racconto una storia.La vicenda si svolge in una piccola città del centro Italia, a fine anni settanta.Era sabato pomeriggio e un ragazzo di circa 17 anni è in fila insieme a degli amici e a delle amiche, per comprare la novità del momento: il gelato espresso Carpegiani. Il ragazzo in questione era là da un po’ e non stava riuscendo in quello che era il suo vero obbiettivo: catturare l’attenzione di una delle ragazze in fila con lui. Dopo circa venti minuti di fila, riesce finalmente ad avere in mano il cono, ripieno di una massa cremosa bicolore.Decide allora di fare una cosa che non aveva mai fatto. Nel caos totale del bar pieno, decide di non passare alla cassa a pagare. Pensa che la ragazza non potrà non restare conquistata, da una così luminosa manifestazione di coraggio.Il ragazzo però commette un errore. Sottovaluta l’occhio professionale del barista, che si accorge della cosa e fa la cosa che non avrebbe mai dovuto fare: chiama la ragazza ancora in fila e gli dice che, se anche c’era voluto molto per avere il cono, quello non era un buon motivo per non pagarlo. La ragazza esce chiama il ragazzo e gli dice che il barista si è accorto del furto. Il ragazzo, rosso come un peperone, prega un amico di andare a pagare il gelato per lui.Quel ragazzo ero io. Ci potete credere o no, ma quella è stata l’ultima volta che ho rubato qualcosa. Quel giorno, quel barista mi ha insegnato qualcosa di molto importante.Ancora oggi quando passo vicino al bar, ancora gestito dallo stesso barista, penso a lui con uno strano senso di vergogna e gratitudine. Ieri, leggendo la notizia della morte di Abdul Salam Guibre, mi è tornata in mente questa mia lontana esperienza giovanile. Ho pensato a che cosa sarebbe successo se avessi trovato sulla mia strada, due baristi come quelli che ha incontrato lui.E a come sarebbe stato meglio per lui, se avesse incontrato il mio.