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Napoli nobilissima

Post n°168 pubblicato il 05 Aprile 2013 da allfairelove

Sono stato fuori d'Italia pe qualche mese, a parlare di Napoli, in diverse tappe di prestigiose Città estere. Ebbene, sono stato accolto con una diffidenza velata di cortesia non solo per la discussione sulla mia Città ma anche per la mia Napoletanità. Ci sono molti pregiudizi su di noi, ma qualche volta con giuste motivazioni. Pensate che qualche Crucco mi ha detto che un venditore   napoletano gli ha rifilato un fiasco  di Olio pregiato, che di olio aveva soltanto il collo visibile di vetro, galleggiante su un ripieno di acqua nella sottostante parte panciuta non visibile per la copertura di paglia! Ingegnoso il trucco, ma evidente la delittuosa volontà fraudolenta. Sarà stato un episodio_potrebbe obiettarmi qualcuno_ che non fa il Napoletano ladro, così come una Rondine non fa Primavera. Giusto. Ma pensate quale divulgazione avrà avuto quell'episodio di talento a delinquere! Si sarà sparso per tutta la Città in un baleno, ingrossandosi di altre furbate del Sud preafricano. Io dico a me stesso come Napoletano, che ho bisogno di un profondo esame di coscienza per emendarmi dalla Colpa, che ricade su di me anche se il malaffare è opera di altri, creando una fama che pure da noi ha fatto proseliti. Non ci accoglievano forse i nostri colonizzatori del Nord al grido. "Colera, colera !" Dunque è necessario per noi Napoletani che è ora che ci si lavi la Coscienza e si agisca secondo i dettami della nostra antica Civiltà di Napoli romana, preromana e greca e si acquisisca la consapevolezza che le nostre mani non sono fatte per ammazzare o arraffare la roba d'altri ma per erigere architetture che competano con una Natura prodiga di bellezze dal Vesuvio al Golfo, cui fanno da ingresso due scogli del Paradiso terrestre, Capri e Ischia. Infine deve proliferare nella psiche di ognuno di noi che, all'inizio del Secondo millennio, il Dialetto napoletano stava per divenire Lingua nazionale. Ma ci fu la frenata dell'avvento di Dante, Petrarca, Boccaccio che modellarono la volgarizzazione italiana del latino sul Dialetto della Toscana, che è il peggiore dei dialetti neolatini, povero di consonenti, col finale sempre in vocali, privo di troncamenti e di altri segni che arricchiscono la parlata, nella costituzione di una Lingua senza rilievi e uniforme e piatta. Tutte le qualità linguistiche di cui viceversa è dotato il Dialetto napoletano, che ha conservato la sua nobiltà divenendo il linguaggio di quella Lirica minore che è la Canzone napoletana. Ecco, con queste costatazioni io non solo mi ripulisco dalle scorie dei vicoli e vicoletti ancora risonanti di francesismi e spagnolismi ma indosso anche gli splenditi costumi di Napoli nobilissima.

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