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Post n°135 pubblicato il 06 Novembre 2009 da parole.magiche

Per poter compiere passi avanti, è importante il contributo di tutti. E' sufficiente una piccola donazione per poter avere nuove prospettive e raggiungere grandi traguardi. Per poter compiere un piccolo ma fondamentale gesto di donazione, è sufficiente inviare un sms al numero 48545 del valore di due euro da utti i cellulai (Tim, Vodafone, Wind e 3), oppure è possibile donare da 5 a 10 euro tramite rete fissa mediante la Telecom sempre allo stesso numero. 48545.

Le donazioni sono destinate all'AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) per aiutare i ricercatori italiani a rendere il cancro sempre più curabile.

Per ulteriori informazioni www.airc.it

 
 
 

Pierluigi Bersani nuovo Segretario del PD

Post n°134 pubblicato il 26 Ottobre 2009 da parole.magiche

Pierluigi Bersani è il nuovo segretario del Partito Democratico. L'ex ministro dello Sviluppo Economico del governo Prodi, già vincitore tra gli iscritti del Pd, ha conquistato anche il voto degli elettori delle primarie, sconfiggendo Dario Franceschini, segretario uscente, e Ignazio Marino. E' stato lo stesso Franceschini ad ammettere la sconfitta e ad annunciare per primo la vittoria di Bersani.

"Il dato politico è che la scelta dei nostri elettori è stata quella di eleggere Pier Luigi Bersani segretario del Pd", ha dichiarato in tarda serata il segretario uscente.

 

Quindici minuti dopo la mezzanotte è arrivato anche il dato sull'affluenza alle urne. "A quest'ora hanno partecipato sicuramente tre milioni di persone", ha fatto sapere Maurizio Migliavacca, coordinatore organizzativo del Partito Democratico.

 

Il primo commento di Pier Luigi Bersani è arrivato sul social network Twitter. "Dentro la vittoria di tutti c'è anche la mia", ha scritto Bersani. Poco dopo, nella prima conferenza stampa da segretario, Bersani ha spiegato che il Pd "sarà un partito senza padroni, non di un uomo solo. Farò il leader a modo mio, ma il Pd non sarà di un uomo solo. Un grande partito popolare è un collettivo di protagonisti e questa sarà la chiave del mio lavoro".

 

"Preferisco - ha continuato Bersani - che il Pd si definisca un partito dell'alternativa piuttosto che dell'opposizione, perché l'alternativa comprende anche l'opposizione ma non sempre è vero il contrario, e stare in un angolo a urlare non porta a nulla".

 

Inevitabile un commento sui dati dell'affluenza alle urne, vicini a quelli delle primarie del 2007, quando vinse Walter Veltroni. In quell'occasione, a partecipare alle primarie furono in 3 milioni e mezzo. Questa volta, a recarsi alle urne sono state circa 3 milioni di persone, un dato che ha superato le aspettative dei tre candidati, che avevano previsto il voto di 2 milioni, 2 milioni e mezzo di persone.

 

"Tre milioni di persone sono una grande prova di democrazia. Tre milioni di persone che hanno pagato due euro a testa per partecipare alle primarie sono un grande risultato", ha commentato Bersani.

 

Il neosegretario del Pd ha anche annunciato la sua prima iniziativa sul tema del lavoro: "Domani sarò a Prato, per incontrare gli artigiani che vivono la crisi, perché bisogna rompere il muro tra politica e lavoratori".

(Reuters)

 
 
 

25 ottobre: le primarie del Partito Democratico

Post n°133 pubblicato il 24 Ottobre 2009 da parole.magiche

Domani, domenica 25 ottobre 2009 si potrà votare dalle 7 alle 20 nei 10 mila gazebo organizzati in tutta Italia, versando due euro e presentandosi ai seggi con carta d'identità e certificato elettorale. Ma potranno votare anche i giovani che hanno superato i sedici anni, gli extracomunitari in regola con il permesso di soggiorno e i cittadini dell'Unione europea residenti in Italia. Il risultato della consultazione si avrà solo nella nottata di domenica, forse addirittura lunedì mattina.  Sarà eletto segretario chi tra Pierluigi Bersani, Dario Franceschini e Ignazio Marino, i tre candidati, otterrà il 50% più 1 dei consensi. In questo modo si eviterebbe di far eleggere il leader dall'assemblea congressuale, come prevede lo statuto in caso di non raggiungimento del quorum, salvo ricorsi a norma dello stesso statuto. La scelta tra Dario Franceschini, Pierluigi Bersani e Ignazio Marino.

Dario Franceschini, 51 anni, nato a Ferrara, avvocato, figlio di un partigiano, nella Dc fin dal 1975, tra i fondatori del Partito Popolare nel 1993, cresciuto politicamente accanto a Benigno Zaccagnini, interpreta con qualche variante la linea della continuità. Non fosse altro perché è stato il vicesegretario di Veltroni fin dall'inizio dell'avventura del Pd. Da quando è diventato segretario ha sciolto il "governo ombra" ritenuto inefficace, ha preso decisioni rompendo l'unanimismo, in quanto cattolico ha potuto paradossalmente essere più laico di altri nel marcare le differenze con il Vaticano (dal testamento biologico alle recenti polemiche sull'omofobia con la deputata del Pd Paola Binetti).

Se fosse rieletto, Franceschini ha promesso "niente inciuci" con il centrodestra, un nuovo giuramento sulla costituzione, il mantenimento delle primarie come metodo di elezione del segretario e dei gruppi dirigenti, conferma della "vocazione maggioritaria" del Pd che tende al bipartitismo. Ha già scelto i due vicesegretari che lo affiancherebbero al vertice: il deputato Jean Leonard Touadi di origine congolese, emigrato in Italia nel 1979 e l'eurodeputata Debora Serracchiani, l'enfant prodige del Pd che con le sue critiche alla gestione del partito è diventata molto popolare fino a conquistarsi un seggio a Bruxelles.

Pierluigi Bersani, 58 anni, nato a Bettola in provincia di Piacenza, ex presidente della Regione Emilia Romagna dal 1993 al 1996, ex ministro nei governi Prodi, cresciuto politicamente nelle file del Pci, ha annunciato che ha intenzione, qualora fosse eletto, di introdurre alcune correzioni nel Pd. A partire dalla politica delle alleanze. Se diventasse segretario, il suo primo impegno sarebbe far uscire il partito da quello che lui stesso ha definito "splendido isolamento", evitando l'eclettismo che indica qualche volta alleanze con Antonio Di Pietro e dove è possibile con Pier Ferdinando Casini.

L'idea di Bersani è irrobustire la presenza del Pd nei territori ricostruendo contemporaneamente una solida alleanza di centrosinistra sui programmi. Per questo, privilegia una riforma del sistema politico ed elettorale che guarda alla Germania (proporzionale con sbarramento per entrare alla camera al 5%). La correzione più sostanziosa che Bersani potrebbe introdurre nel Pd riguarda la cultura politica. E' tra i pochi al vertice del partito che fa riferimento a "questione democratica" e "questione sociale" come due emergenze da affrontare da subito: i propositi di Berlusconi di avviare a colpi di maggioranza e di referendum la trasformazione presidenzialista del sistema politico, l'andamento negativo della crisi economica su occupazione e salari.

Ignazio Marino, 54 anni, nato a Genova, laureato in medicina all'università Cattolica di Roma, lunga esperienza di medico negli Stati Uniti, eletto al Senato per la prima volta nel 2006, ha fin qui ricoperto il ruolo dell'outsider. Ha immesso nel Pd parole inedite soprattutto su laicità e diritti civili. In caso di vittoria, chiederebbe l'immediato scioglimento delle correnti. A questo proposito, ha dichiarato ieri: "L'Italia che si riconosce nel Pd chiede un partito che offra soluzioni ai grandi problemi. Se Franceschini e Bersani scioglieranno le correnti, sarà molto facile avere accordi in senso nobile, trovare soluzioni per l'interesse della gente".

Del tutto imprevedibile è l'entità di possibili emorragie, nel caso di elezione a segretario dell'uno o dell'altro dei tre candidati (c'è molta tensione tra le varie componenti del partito). Come non è pronosticabile cosa potrebbe accadere qualora il risultato delle primarie ribaltasse il primo posto ottenuto da Bersani nella fase congressuale tra gli iscritti al Pd. Per ora, l'unica separazione annunciata è quella di Francesco Rutelli, ex presidente della Margherita, che ritiene in un libro dato recentemente alle stampe ("La svolta") che il Pd non è mai nato davvero nella sua ispirazione originaria.

 
 
 

Economia

Post n°132 pubblicato il 23 Giugno 2009 da parole.magiche

Ue: Italia prima per le tasse sul lavoroPer l'Eurostat il nostro è il paese dell'Unione europea dove è più alto il carico fiscale sul lavoro

 L'Italia è il Paese Ue dove è più alto il carico fiscale sul lavoro: lo ha reso noto oggi Eurostat in base al confronto effettuato sui dati relativi al 2007. In Italia, secondo Eurostat, le tasse e i contributi sociali rappresentano il 44% del costo del lavoro contro il 42,3% della Svezia e il 42,3% del Belgio.
Secondo le tabelle diffuse oggi da Eurostat, tra il 2000 e il 2008, è invece diminuita di un punto percentuale l'aliquota massima applicata ai redditi delle persone fisiche, passata dal 45,9 al 44,9%. Per i redditi delle imprese italiane, segnala ancora Eurostat, la riduzione dell'imposizione fiscale è arrivata a sfiorare i 10 punti percentuali. Si è passati dal 41,3% del 2000 al 31,4% di quest'anno.

IMPOSTE SULLE SOCIETA' - Per i redditi delle imprese italiane, segnala ancora Eurostat, la riduzione dell'imposizione fiscale è arrivata invece a sfiorare i 10 punti percentuali. Si è passati dal 41,3% del 2000 al 31,4% di quest'anno, stabile rispetto al 2008. Quello dell'Italia comunque è il quarto livello di tassazione più elevato nella Ue dopo Malta (35%), Belgio (34%) e Francia (34,4%).

(Da Corriere.it)

 
 
 

Economia

Post n°131 pubblicato il 23 Giugno 2009 da parole.magiche

Industria, crollano fatturato e ordinativiDiminuzioni rispettivamente del 22% e del 32%. Giù anche il mercato dell'auto: -20%

 Calo a due cifre per il fatturato dell'industria italiana: ad aprile - comunica l'Istat - si è registrata una diminuzione del 22,2% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Negativa anche la variazione degli ordinativi con un calo del 32,2%. Per quanto riguarda la variazione su marzo 2009, il fatturato ha registrato una variazione pari a zero, mentre gli ordini sono calati del 3,7%.

AUTO - L'industria dell'auto registra un piccolo rimbalzo ad aprile per gli ordini nazionali: nel mese hanno segnato un +4,6%, rispetto ad aprile 2008. Crolla però la domanda estere con un -44,5%. Gli ordini registrano quindi una variazione complessiva di -20,2%. Segno meno anche per il fatturato: -5,5% quello nazionale, -58,1% quello estero; -31,1% il fatturato complessivo.

(Da Corriere.it)

 
 
 

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