l'immenso universo

LA DERIVA DEI CONTINENENTI


  Era il 1912 quando il meteorologo tedesco, Alfred Lothar Wegener (1880 – 1930), intervenendo in due congressi scientifici a Francoforte e a Magdeburgo inquadrò per la prima volta una serie di dati, in parte già noti e discussi, in una nuova teoria che prese il nome di deriva dei continenti. Wegener non fu il primo a parlare di un unico grande continente e di continenti che avevano profili tali da incastrarsi perfettamente; già nel 1620 il filosofo Francis Bacon, davanti a una delle prime carte geografiche raffiguranti il nostro pianeta, era rimasto colpito dal fatto che le coste del Brasile e dell'Africa sembrassero combaciare perfettamente. Poi, nel 1800, il botanico tedesco Alexander von Humbolt si accorse della somiglianza fra le coste del sud America e dell'Africa e postulò che un tempo fossero unite e cercò di spiegare il perché della separazione: l’Atlantico sarebbe stato una sorta di enorme valle, scavata da una corrente marina. Nel 1858, un altro studioso, Antonio Snider-Pellegrini, pubblicò un libro ("La création et ses mystéres dévoilés") che includeva una mappa in cui l'America e l'Africa erano unite. Per la prima volta, su basi scientifiche, Snider suggerì l'ipotesi che un tempo l'Europa e le Americhe avessero fatto parte di un unico continente. Egli aveva studiato i fossili di alcune piante vissute 300.000 anni prima e aveva notato una certa somiglianza fra quelli rinvenuti in entrambi i continenti.  E’ tuttavia all’americano F.B. Taylor che occorre dar credito, sia per la precedenza che per l’indipendenza dei suoi studi in questo campo. Egli pubblicò nel 1910 la prima coerente formulazione della deriva continentale e, cosa piuttosto sorprendente, la sua teoria non si basava sulla supposta incastratura dei continenti, ma piuttosto sulla distribuzione delle catene montuose del globo, provocate dallo slittamento dei vari blocchi continentali..dal web