FLuiDo EmaTiCo

life is a darkened halo.


[8120981210] - in memory.  Ricordo Ricordo tutto. Ogni disperato battito di ciglia, ogni goccia di sudore che incorniciava volti sbiaditi dalla paura, il viola e il rosso. Perché è così che si avvicina la morte: è l'unione di paura e dolore, dove ogni cosa ha un nome e contorni ben definiti, la guardi in tutta la sua interezza. Nel frattempo, puoi solo sperare di svenire, perdere conoscenza... ma questo non accadde.RicordoRicordo tutti. Nessuno mi teneva la mano. Avevo freddo, un freddo strano. Ossa come cristalli di neve, organi quasi liquidi. Urlavo, per ricordarmi che ero ancora lì anche se non avevo più la percezione sensoriale di me stessa. Davo delle giuste e semplici indicazioni da seguire, nessuno le ascoltò, anche in quella circostanza, nessuno in quella stanza sembrava prestare attenzione alle mie parole scandite in maniera perfetta: ero io e Dolore. Eppure viene concessa l'ultima sigaretta anche al peggiore dei serial-killer poco prima di andare incontro al boia....mi sarei accontentata di fumare.RicordoRicordo la Luce.E' vero quello che dicono nei film americani. Si vede la Luce fuori e si smarrisce quella dentro. In quella condizione ciò che più mi turbava non era né il pericolo di una morte improvvisa, precoce e banale né la riaffermazione della solitudine anche in quel contesto ma... era proprio quella Luce, assordante ed acceccante, che ti tiene desta e ti fa permanere in uno stato di cosciente miastenia.Lì, ho desiderato far parte del Buio. Il Buio non ha connotazioni definitive, è ambiguo e non ha pretese di tendere all'infinito, di illuminare con la sua aurea ogni cosa. Ti culla anche quando non vuoi, anche se non te ne accorgi. La Luce, no. Ti sbatte in faccia anche ciò che ti sfugge, quello che non vuoi vedere, quello che non vuoi sentire.Non ricordoNon ricordo niente dei giorni successivi, probabilmente passati come un sintentico ameba.Non ricordo i mesi successivi: le cose, le persone, le parole.NullaQuando di peso mi sollevarono, poco prima di andarmene, finalmente mi vidi.Ero rimasta lì, in tensione su quella lastra di ghiaccio....Ci sarei rimasta per sempre.       credit: nocturne in C sharp minor, Chopin, from The Pianist (2002)