FLuiDo EmaTiCo

La Vita Interiore - Alberto Moravia (recensione confidenziale)


 Leggere La Vita Interiore è viaggiare in noi. Spesso è il coraggio che manca perché la vigliaccheria è uno dei maggiori mali del nostro secolo, è il prodotto dell'ignoranza. Si ha terrore di scoprire cose mai sentite prima, di vedere ciò che ci circonda con gli occhi dello stomaco, del cervello, del cuore.Chi ascolta la Voce non ha paura di essere solo.Chi ascolta la Voce ascolta sé stesso.  La vita interiore, ed. Bompiani, Milano, 1978. Quattrocentottopagine suddivise in tre sezioni, la portata imponente può scoraggiare anche i lettori più ardui e, forse, ha scoraggiato lo stesso Moravia visto che ha impiegato sette anni per partorire tale opera. A fine lettura ci si rende conto che sette anni è un giusto tempo, addirittura riduttivo per la tematica sviscerata e trattata con cura, si sa che gli scrittori sono i migliori psicanalisti del genere umano e in più hanno l'alibi della letteratura: si immergono nel profumo dell'inchiostro, si nascondono tra i capitoli, tra la rotonda morfologia delle lettere. Il romanzo ci viene presentato dall'autore stesso come una lunga intervista all'unica protagonista/antagonista chiamata Desideria. L'autore è indicato con il pronome "Io" - all'inizio mai invadente, distaccato e quasi in tono giornalistico- si limita a fare domande e ad approfondire i fatti raccontati dalla bella e giovane ragazza. Più il racconto prende corpo, più l'autore-intervistatore si anima e diventa partecipativo, dando anche giudizi soggettivi e cercando di scavare sempre di più nel personaggio. Il nome non è stato scelto a caso: Desideria è colei che suscita altrui desideri reconditi (talvolta incestuosi come nella madre adottiva Viola). La vita della ragazza cambia proprio come quella di Giovanna d'Arco quando compare "la Voce", non altro che alter ego antagonista di lei stessa, infatti, il percorso narrativo e intimistico raccontato si regge sulla lotta tra Desideria e quello che le ordina la sua voce interiore, a cui è impossibile sfuggire, perché crea una forma di dipendenza. Prima dell'apparizione della Voce, la ragazza in età dello sviluppo era grassa e goffa, considerata da Viola un essere inutile, da ignorare, un'oloturia.Altro topos letterario è il rapporto di odio/amore tra madre e figlia adottiva, rapporto che diventa incestuoso col passare del tempo e con il fiorire della bellezza di Desideria. Altri personaggi vi ruotano intorno e tutti saranno vittime della Voce di Desideria, lei stessa compresa.Desideria, nonostante la sua bassa genealogia (la madre naturale era una prostituta) di fatto fa parte della corrotta borghesia romana di fine anni '60 ( da notare, non a caso, il tempo della narrazione è il sessantotto) mentre la Voce interiore è quella voce antiborghese, rivoluzionaria insurrezionalista, anticapitalistica e giustizialista. Sì, perché la Voce in un certo senso è contro ogni tipo di soprusi ed ogni mezzo sarà lecito per raggiungere i suoi scopi.La lotta interiore verrà vinta dalla Voce che diventerà sempre più personaggio esteriore, annullando Desideria e tutta quella amara fetta di società a cui appartiene. La singola vicenda  (Moravia avrebbe avuto non pochi problemi in quel periodo se avesse davvero voluto raccontare i fatti senza artifici letterari) è estesa all'intera umanità in subbuglio degli anni '70 (il tempo reale coincide con quello della narrazione).La Voce Interiore è quindi una sorta di forza estremista insurrezionalista, è chiaro il riferimento alle Brigate Rosse che l'autore tramite il punto di vista di Desideria appoggia totalmente. 
L'opera va letta con cura e attenzione, preferibilmente lontano dai pasti.