Dicerie dell'Untore

Memorie Delle Mie Puttane Tristi (Secondo Me) (Parte III/IV)


Lo schermo si spense, lasciando solo una leggera luminosità bluastra ad illuminare la stanza.-Preparami la doccia, trentasette gradi, shampoo e sapone al bergamotto e dimmi perché il condizionatore non parte--Certamente- Monica ammiccava divertita, decisamente era uno dei suoi algoritmi più riusciti.L’acqua iniziò a scrosciare in bagno e presto un vapore caldo pervase la stanza, odore di oli essenziali, di bergamotto, s’immaginò la Sicilia, vista dall’alto, a planare veloce come un gabbiano, sulla costa pietrosa, fino al villaggio di pescatori, di lui adolescente.Si vedeva con gli occhi del gabbiano, prospettiva deformata, abbagliante sole pomeridiano, i giochi, gli spruzzi d’acqua, gli sguardi, le pulsioni, quando i genitori dormivano per la canicola estiva.Poi la vide, Silvia, e sentì lo stesso tuffo al cuore.L’accappatoio tiepido era piegato e pronto, Monica pensava a tutto.Si chiese se Monica potesse essere gelosa di quelle donne sconosciute che visitavano il suo letto, rise di gusto di questo stupido pensiero, mentre si asciugava.Il condizionatore aveva ripreso a funzionare, era solo un fusibile, che Monica aveva avuto premura di sostituire, come gli disse.-Grazie Monica, metti un po’ di musica, ambient, qualcosa di vecchio come “Turist” dei St.Germain, ma leggero, che non disturbi-Un jazz leggero pervase la casa.Il campanello lo sorprese ancora in accappatoio, Yumi era arrivata, l’orologio diceva che erano passati quarantasei minuti, ma sapeva che non avrebbe chiesto lo sconto.-Il signor Rossetti, immagino-L’accento asiatico restava, malcelato dall’inglese scolastico, ma lo eccitava.-Prego Yumi, entri, possiamo darci del tu?--Certamente, dove posso mettere il soprabito?--Dove vuoi, anzi dallo a me, c’è l’armadio, quasi vuoto, che non uso mai.--Che bella casa!--Grazie, vuoi bere qualcosa?--Se ce l’ha, un dito di Assenzio, altrimenti un gin tonic, andrà benissimo-Dal tubino nero fuoriuscivano affusalate due gambe bellissime, restò in forzosa meditazione per qualche secondo, poi aprì il modile bar per preparare quella bevanda inconsueta che credeva essere rimasto l'unico a preferire.La zolletta di zucchero bruciava con una fiamma appena percettibile sopra il liquore verde.-Sei davvero bella, la foto non ti rende giustizia- forse il chirurgo aveva già operato sul viso, limando un po' gli zigomi e addolcendo lo sguardo, prassi comune in quell'ambiente.-Grazie, in effetti non sono fotogenica-Mentiva, avrebbe spaccato gli obiettivi una così. Continua