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Post N° 2


Può condurlo anche un bambino. Era questo l’auspicio dei piani alti Rai: andare sull’elementare con il nuovo sabato sera, visto che i conduttori “superiori” erano già off-limits. In questo caso, per compensare la mancanza di una figura adulta, hanno messo insieme due pupi: Enzo Ghinazzi ed Ernesto Schinella. La prima mezz’ora di trasmissione è tutta loro, neanche fossero due one-men show navigati. E dire che il Pupo conduttore aveva bisogno del bambino prodigio per ricordare di essere un cantante. E’ solo merito dell’apparato scenico che il loro duetto in playback spacca, regalando al pubblico un turbinio di colori e allegria da gran varietà. Poi ricominciano a parlare e sono di nuovo dolori. Il bambino balbetta, non azzecca un congiuntivo e sembra aver perso la spontaneità a ruota libera di Ti lascio una canzone. La sua presenza nello show è dominante, nonostante i tanti minori in studio atteggiati da adulti e gli ex-beniamini della Clerici al completo ridotti a contorno. Povero Gabriele Tufi, la sola macchina da auditel resta Ernesto, alla mercé di testi autoriali imparati come la poesia di Natale. Pupo, per stargli dietro, smette i panni del professionista e indossa quelli di baby-sitter (che dovrebbe andare a ripetizioni di Mary Poppins dalla Clerici).Omessa la conduzione, che lascia tanto a desiderare in naturalezza e brillantezza, Volami nel Cuore è il miglior sabato sera che Roberto Cenci potesse dare a RaiUno. Moderno, onnicomprensivo - c’è il pattinaggio di Notti sul Ghiaccio, il canto a metà tra Fuoriclasse e I Raccomandati, il ballo di Ballando con le Stelle - proiettato nel presente senza bisogno di ulteriori operazioni nostalgie. Un format così si mangia a colazione altri tre o quattro marchi dell’ammiraglia. Il solo valore aggiunto è la sfida a squadre mutuata dal talent show, ma a dire il vero è un pretesto più che una minaccia.