UOMO e AMBIENTE

Post N° 134


La scuola norvegeseNel 1904 W. Bjerkness, il più autorevole di una schiera di scienziati norvegesi che successivamente divennero noti come “scuola di Bergen” o “scuola norvegese”, affermò che per una razionale soluzione del problema della previsione del tempo era necessaria la conoscenza sufficientemente accurata dello stato dell’atmosfera ed una conoscenza altrettanto accurata delle leggi che ne regolano l’evoluzione. A quel tempo erano già conosciute le leggi fisiche e dinamiche che regolano lo stato dell’atmosfera enunciate da Helmholtz nel 1854 e le leggi della termodinamica enunciate ad inizio secolo. Le equazioni di interesse meteorologico erano: legge dei gas, leggi di conservazione della massa e dell’energia, legge dell’equilibrio idrostatico, legge di conservazione del momento angolare della quantità di moto. La soluzione analitica delle equazioni non era possibile, così si ricorse alle differenze finite ed a metodi grafici. Bjerknes fu il primo a cimentarsi con metodi grafici che poi si estesero alla meteorologia sinottica introducendo il concetto di “fronte” che rivoluzionò la meteorologia fra le due guerre. Nonostante i pochi dati e mezzi a disposizione era riuscito ad immaginare ciò che poi si sarebbe visto dopo quasi novanta anni dopo con i satelliti.  La “teoria dei fronti”, con alcuni perfezionamenti, ancora oggi è utilizzata nell’analisi sinottica delle carte che poi abitualmente vediamo sui mass-media.