UOMO e AMBIENTE

Post N° 138


Un servizio meteorologico Ormai gli strumenti erano stati inventati, le telecomunicazioni permettevano scambi d’informazione veloci e la teoria aveva fatto molti passi in avanti, tutto sembrava pronto affinché si passasse dall’ambito scientifico ad un servizio meteorologico finanziato al fine di svolgere un’attività continuativa.  Si dovette però aspettare il 1854 quando una tempesta durante la guerra di Crimea distrusse la flotta franco-inglese, solo allora fu dato incarico a U. Le Verrier di organizzare e dirigere il servizio meteorologico. La rete di osservazione voluta da Le Verrier si trasformerà in quella odierna con continuità.  In Italia il 1 luglio 1855 il grande astronomo reggiano Padre Secchi riesce a mettere a regime la modesta rete dello Stato Pontificio, l’intuizione che la meteorologia avrebbe avuto un grande sviluppo l’impegna nel progetto di realizzare una stazione automatica. Lavorando per dieci anni realizzò il primo meteografo che venne esposto nel 1867  a Parigi e riprodotto in dieci esemplari; quello inviato a Cuba funzionò perfettamente almeno fino al 1903.  Intorno al 1850 molte stazioni meteorologiche effettuavano misure ed osservazioni in Europa, ma mancava un’organizzazione comune fra stati capace di coordinare, standardizzare l’attività di misura e regolare gli scambi dei dati tra tutte le  nazioni, anche fra quelle che in altri campi evidenziavano forti contrasti. Per la nascita di tale organo non era sufficiente la volontà del mondo scientifico, ma soprattutto erano indispensabili delle necessità economiche e sociali.