UOMO e AMBIENTE

Post N° 139


Dal genio solitario ai primi fermenti organizzativi. Il telegrafo e le prime carte meteorologiche Nel 1750 nasce la prima associazione europea tra meteorologi, la “Royal Meteorological Society” di Londra, nel 1780 viene costituita la “Società Meteorologica Palatina” costituita da 57 stazioni in tutta Europa organizzate secondo l’esperienza della rete toscana, purtroppo con la morte del suo primo direttore e la rivoluzione francese anche questa esperienza ebbe fine.  L’invenzione del telegrafo nel 1832 rese possibile la comunicazione veloce dei bollettini meteorologici e quindi la possibilità di mettere tutti quelli relativi ad un orario su una carta geografica (prenderà il nome di “analisi sinottica”), su questa carta si potevano successivamente tracciare delle isobare e tentare una previsione. Con la nuova tecnologia si ha anche un cambiamento dal punto di vista concettuale: il fenomeno meteorologico che finora era stato uno studiato partendo solo da un punto di vista locale (o Euleriano) diviene un “individuo” che è possibile analizzare nei suoi spostamenti (punto di vista sostanziale o Lagrangiano).  Naturalmente le carte tracciate all’ epoca apparivano  “diverse” dalle attuali, su di esse non sarebbe stato possibile tracciare i “fronti” perché i dati erano così pochi che le variazioni delle grandezze meteorologiche alla maggior parte dei meteorologi sembravano avvenire con gradualità. All’epoca si prevedeva il brutto tempo nelle zone di bassa pressione ed il bello nell’alta, modalità ancora oggi utilizzata sui barometri in vendita presso gli ottici, dove al valore della pressione viene associato un tipo di tempo.