UOMO e AMBIENTE

Post N° 145


Dalla cinematica alle leggi della dinamica.  Se ho potuto vedere più lontano degli altri, è stato poggiando sulle spalle dei giganti.            Isaac Newton “Ricordiamoci che in altri tempi e in epoca non  molto lontana, una pioggia o una siccità estrema, una cometa che trascinava dietro di sé una coda molto lunga, le eclissi, le aurore boreali ed in generale i fenomeni straordinari erano considerati come segni della collera celeste. Si invocava il cielo per allontanare il loro influsso funesto. Non lo si pregava di interrompere il corso dei pianeti e del Sole: l’osservazione avrebbe presto mostrato l’inutilità di queste preghiere! Ma dato che questi fenomeni che si manifestavano e sparivano a lunghi intervalli sembravano contraddire l’ordine della natura, si supponeva che il cielo li facesse nascere e li modificasse a proprio piacimento, per punire i crimini terrestri. Così la lunga cosa della cometa del 1456 sparse il terrore in Europa, che era già prostrata dai rapidi successi dei Turchi i quali avevano rovesciato il Basso Impero. Questo astro, dopo quattro rivoluzioni, ha suscitato tra noi un interesse ben diverso. La conoscenza delle leggi del sistema mondo, acquisita nel frattempo, aveva dissipato le paure prodotte dalla ignoranza dei veri rapporti tra l’uomo e l’Universo”. Halley dopo il verificarsi della previsione del passaggio della cometa a fine 1758.  Fu Isaac Newton (1642-1727) a completare la rivoluzione culturale avviata da Galileo aggiungendo degli aspetti chiave: le leggi della dinamica e della gravitazione universale che permettevano la descrizione della fisica terrestre e celeste ed il “calcolo infinitesimale” che permetteva concretamente di esprimere le leggi della fisica.  Con Newton il sogno di sostituire alla fisica qualitativa e finalistica aristotelica una fisica quantitativa e matematica si avvera concretamente. Quando nell’800 vennero definite le tre leggi della termodinamica, si chiarì la differenza tra calore e temperatura, si approfondì lo studio delle fasi dell’acqua, le basi scientifiche per descrivere i moti atmosferici erano pronte per permettere una descrizione matematica, come fatto con eccezionali successi nell’astronomia. Fu naturale accettare l’ipotesi “a priori” che le grandezze meteorologiche fossero continue, che il sistema atmosfera fosse di tipo deterministico e causale, che fosse possibile effettuare delle “semplificazioni” nello spirito gaileiano di “difalcare gli impedimenti” (linearizzazioni, analisi di scale, etc.) considerando il resto perturbazioni del processo fondamentale.