UOMO e AMBIENTE

Post N° 183


Il radicalismo animalistico costituisce, a sua volta, una degenerazione, ad opera di elementi estremisti, del movimento protezionista degli animali sorto in Inghilterra nel secolo scorso e successivamente diffusosi nel resto del mondo occidentale. Col passar del tempo la moderazione esibita dalla Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals, creata nel 1824, e da organismi similari britannici e di altre nazionalità finì con l’essere considerata eccessivamente inefficace e lenta dagli attivisti più fanatici. Infatti sorse nella stessa Inghilterra nel 1962 la Hunt Saboteurs Association (HSR), ovvero Associazione dei Sabotatori della Caccia, con lo scopo di apportare scompiglio non violento nelle battute di caccia creando falsi sentieri per i cacciatori e depistaggi per i cani da caccia. I problemi relativamente lievi generati da queste turbative, per taluni versi goliardiche, non appagarono ulteriori elementi estremisti. Nel 1962, sempre in Inghilterra, si verificò l’inizio di una serie d’incendi dolosi e di danneggiamenti da parte della Band of Mercy (Banda della Misericordia), che non esitava a commettere atti vandalici contro gli automezzi dei cacciatori ed i relativi canili. Presto la sfera d’azione si allargò alla liberazione di animali ed al danneggiamento di laboratori veterinari e centri di ricerca farmaceutici.  Nel 1976 si costituì, ancora in Inghilterra, l’Animal Liberation Front (ALF), ovvero Fronte per la Liberazione degli Animali,  il quale già dall’inizio degli anni ottanta rivendicava attentati negli Stati Uniti e in Europa.