UOMO e AMBIENTE

Post N° 206


La crescita della popolazione è sempre un bene parte 6 Il mondo era migliore quando era meno popolato? E’ opinione diffusa che il mondo fosse migliore quando c’erano poche persone. Ma si tratta solo di una sensazione irrazionale, perché in realtà Londra, Parigi, Roma, erano meno popolate ma altamente inquinate Nel 1661 lo scrittore John Evelyn così descriveva Londra «A Londra la gente cammina e conversa perseguitata da questo fumo infernale. Si respira una nebbia spessa ed impura mischiata  a vapore sozzo e fuligginoso che causa mille malanni rovinando i polmoni e la salute dell’intero corpo per cui catarri, tisi, tossi e consunzione dominano in questa città »Quando Goethe visitò Palermo e chiese perché mai nessuno spazzasse via gli escrementi dalle strade, la risposta fu «che la nobiltà gradiva un selciato molle per le carrozze»In Francia al tempo di Rousseau: «Il fango di Parigi è una complessa mistura di sabbia infiltratasi nei selciati, di nauseabonde immondizie, di acqua stagnate e di sterco; le ruote dei veicoli la impastano, la diffondono, spruzzano le lordure sui muri, sui passanti »Nel 1902 negli USA La vita media era di 47 anni.Le prime cinque cause di morte erano: polmonite e influenza; tubercolosi; diarrea; malattie cardiache; ictus. Non c’erano il DDT e gli antibiotici: la popolazione era decimata da malaria, tifo e tubercolosi.Solo nel 14% delle case c’era una vasca da bagno e le donne solitamente si lavavano i capelli una volta al mese, usando un tuorlo d’uovo per shampoo.   Nove adulti su dieci erano analfabeti e solo il 6% della popolazione possedeva un diploma di scuola superiore.Come si fa a dire che oggi è peggio? Insieme alla popolazione ed allo sviluppo tecnologico Sartori e Mazzoleni mostrano di soffrire di un altra ossessione: La Chiesa cattolica. Sartori sostiene che è la Santa Sede la principale responsabile della sovrappopolazione mondiale, perché si oppone da sempre alle politiche contraccettive. Anche in questo caso Sartori mostra di essere rimasto molto indietro nella conoscenza del dibattito. Anche se il suo ragionamento fosse plausibile alle ultime conferenze dell’ONU l’opposizione alle politiche contraccettive è stata molto vasta, insieme alla Santa Sede si sono schierati gli Stati Uniti e la maggioranza dei Paesi in Via di Sviluppo. A proposito dell’influenza che la Chiesa cattolica avrebbe nella crescita demografica il missionario Piero Gheddo ha scritto sulle pagine del Corriere della Sera: «Il Terzo Mondo non soffre per troppi abitanti o per scarse risorse, ma per mancanza di educazione, di libertà, di pace, di ragionevoli scelte politiche a favore di campagne, agricoltura, e non delle élite e dei militari. Ecco perché la Chiesa dice: aiutiamo i poveri a svilupparsi e diminuirà anche la loro crescita demografica. L’educazione, unita allo sviluppo, è il solo metodo che funziona. Un rapporto del Parlamento indiano (1976) riconosce che gli unici a veder diminuite le nascite in modo sensibile sono i cristiani, perché le ragazze cristiane studiano, si sposano dopo i 18 anni e hanno, rispetto alle loro coetanee che si sposano a 15-16 anni, due figli in meno. L’ultimo censimento indiano (1991) attesta che nel decennio 1981-1991 le due regioni che hanno avuto il più basso incremento demografico sono le due più popolate da cristiani: Goa (15,96%) e Kerala (13,98%), contro una crescita nazionale del 23,50%. L’incremento demografico in India, nel decennio 1981-1991, è stato del 30,96% fra i musulmani, del 24,14% tra gli indù, del 22,25% tra i buddisti, del 16,83% tra i cristiani. Davvero la Chiesa è responsabile per l'aumento delle nascite nel Terzo Mondo? E ancora. Le violente campagne di controllo delle nascite realizzate in Cina e in India hanno fallito e procurato gravissimi danni. In Cina, il regime totalitario impone un solo figlio per coppia; nelle campagne (dove vive l’80% dei cinesi) la gente uccide le bambine appena nate; i giovani in età di matrimonio faticano a trovare le ragazze da sposare, s’è creato uno squilibrio fra maschi e femmine: demografi giapponesi hanno calcolato, in occasione del censimento del 1991, che in Cina mancano all'appello 100.000 donne! In Bangladesh, dopo trent’anni di campagne contro la natalità, secondo un rapporto dell’Onu «solo l’8% della popolazione ha diminuito in modo sensibile le nascite». Chi? «Fanno meno figli i ricchi e le classi medie, cioè proprio quelli che dovrebbero averne di più, perché potrebbero mantenerli e dare così una classe dirigente al Paese. I poveri, invece, continuano come prima». Per quanto riguarda la posizione assunta dal Presidente George Bush, contrario ad aborto e contraccettivi e favorevole a famiglia e difesa della vita, è certo che il presidente americano abbia tenuto in gran conto le argomentazioni di Giovanni Paolo II, ma ha anche risposto alle sollecitazioni che premi Nobel per l’Economia scienziati,  sindacati e gran parte della società civile statunitense  hanno sollevato.Basta leggere la stampa anglosassone per constatare come il mito “maltusiano” sia ormai screditato e respinto.  Stupisce poi che un liberale come il prof. Sartori possa proporre un’autoritarismo contraccettivo, cioè un autorità che intervenga per impedire agli uomini, soprattutto ai più poveri, di non procreare.  Il prof. Amartya Sen, premio Nobel per l'economia 1998, intervenendo ad un seminario tenuto a Roma il 10 luglio 2000 «Sulla disuguaglianza» ha dichiarato: «Io penso che l’analisi di Malthus sulla crescita della popolazione sia completamente sbagliata. La storia e l’esperienza hanno dimostrato che l’istruzione delle donne è quella che permette di ridurre la fertilità. La produzione agricola inoltre è cresciuta sempre più rapidamente della popolazione. Non c’è quindi nessuna ragione di applicare queste idee antidemocratiche e antiumane di Malthus».