UOMO e AMBIENTE

Post N° 210


La crescita della popolazione è sempre un bene parte 2 Disastri prossimi venturi: scenari suggestivi ma falsi Per fortuna nostra e del mondo intero, queste drammatiche e spaventose previsioni non si sono mai verificate. Alla prova dei fatti le profezie delle “cassandre verdi” si sono rivelate inaccurate, errate nelle elaborazioni e nel metodo. A distanza di anni neanche una delle situazioni previste si è avverata, anzi in molti casi alla presunta scarsità di risorse, di cibo, di acqua potabile, di materie prime, si è sostituita l’abbondanza delle stesse.Le argomentazioni dei catastrofisti sono state duramente contestate da autorevoli studiosi nel campo dell’economia, della demografia, e dell’ambiente, tra cui diversi premi Nobel. Questi ultimi sostengono che la scarsità di risorse ed i problemi legati alla crescita ed al consumo hanno un carattere relativo alle tecnologie utilizzate nei diversi periodi della storia. Studi approfonditi ed accurati dimostrerebbero infatti che nel medio e lungo periodo la crescita della popolazione è la prima tra le fonti dello sviluppo economico e sociale.  Certo l’umanità non è povera di problemi, ma mai nella sua storia è vissuta così a lungo ed in maniera così salubre. Mai è stata capace di produrre tanti beni come nei tempi moderni.  I parametri ambientali, soprattutto nei paesi più avanzati, sono tutti in costante miglioramento. Alcuni esempi: nel 1900 l'aspettativa di vita media negli USA era di 47 anni, oggi siamo a 77.Non siamo mai vissuti così a lungo. L’aspettativa di vita media è più che raddoppiata nel corso dell’ultimo secolo, soprattutto nei Paesi in Via di Sviluppo. La mortalità infantile è crollata.  Il numero di persone che soffrono la fame è calato da una percentuale del 35% del 1970 al 18% del 2000.  Più di due miliardi di persone che vivono nei PVS hanno visto il loro consumo calorico salire del 38%. I poveri dei nostri giorni hanno accesso ad una serie di servizi come ricoveri ospedalieri, cibo, cure mediche, svaghi, comunicazioni e trasporti che 100 anni fa erano privilegio solo della famiglie più agiate. Ha scritto l’United Nations Development Programme (UNDP) nel suo rapporto su povertà e disuguaglianza: «Sono pochi coloro i quali si sono accorti dei grandi avanzamenti già compiuti: negli ultimi 50 anni la povertà è diminuita di più che nei 500 anni precedenti ed è stata ridotta, in pressoché tutti i paesi» . Un singolo agricoltore del mondo avanzato produceva all’inizio del secolo cibo per 7 persone, oggi lo stesso agricoltore produce alimenti per quasi 100 persone. Nel diciannovesimo secolo quasi tutti gli adolescenti lavoravano nei campi o nelle fabbriche, oggi 9 su 10 frequentano la scuola superiore. Attualmente i cittadini dei paesi più sviluppati dispongono di tre volte il tempo libero dei loro nonni. Il prezzo del cibo calcolato in relazione ai salari è crollato. All’inizio del 1900 ogni americano doveva lavorare due ore per acquistare un pollo, oggi bastano 20 minuti di lavoro. Non è mai accaduto nella storia che la lunghezza e la qualità della vita crescessero in maniera così repentina e per strati così vasti della popolazione. Per quanto riguarda le risorse, grazie all’aumento della produttività ed allo sviluppo tecnologico si può affermare che «non esistono limiti fissi all’uso delle risorse per il futuro» e che «Ci sono sì dei limiti momentanei, ma questi si allargano continuamente , e preoccupano sempre meno nel passaggio tra una generazione e l’altra». Alla prova dei fatti e della storia è evidente che la teoria malthusiana e le sue varianti ecologiste siano completamente errate sia nei risultati che nel metodo, eppure ci sono personaggi che la continuano a sostenere con protervia, sfidando ogni ragionevole argomentazione.E’ il caso del politologo Giovanni Sartori, che insieme a Gianni Mazzoleni di  ha pubblicato proprio nel 2003 un libro che ci permette di fare il punto sul dibattito relativo ai più rilevanti problemi ambientali. Già il titolo è tutto un programma: «La terra scoppia - Sovrappopolazione e sviluppo» (Rizzoli 2003)Scrive Sartori nell’ultima di copertina: «Se la follia umana non troverà una pillola che la possa curare, e se questa pillola non sarà vietata dai folli che ci vogliono in incessante moltiplicazione, il regno dell’uomo arriverà a malapena nel 2100. tra un secolo, di questo passo,, il pianeta Terra sarà mezzo morto e gli esseri umani anche». La tesi è chiara: siamo in troppi, la tecnologia inquina, perciò dobbiamo ridurre la popolazione, ed è colpa del Vaticano e degli Stati Uniti se non si riesce ad imporre drastici pani di controllo della popolazione. Già nelle prime pagine scrive Sartori: «Un imputato eccellente è la tecnologia, (...) l’altro imputato è la sovrappopolazione, l’habitat è danneggiato da troppi abitanti .....» Da qui inizia a snocciolare le previsioni catastrofiche e cioè/ Buco dell’ozono che si allargherà a dismisura, riscaldamento globale con scioglimento dei ghiacciai e crescita dei mari. Inondazioni e siccità.  Scarsità di acqua, erosione del suolo, distruzione delle foreste....Sartori conclude dicendo che l’aumento incontrollato delle nascite è causa ed effetto di povertà e sottosviluppo ....Andiamo a vedere con i dati reali, quante delle asserzioni di Sartori reggono il confronto con la realtà.