UOMO e AMBIENTE

Rigassificatore Trieste 1


Uno dei motivi che spingono a preferire il progetto del rigassificatore in terraferma e’ il fatto che Gas Natural dovra’ bonificare il sito su cui intende realizzare l’ impianto. Chiariamo un punto: l’ area ex Esso si sviluppa su oltre 230 mila metri quadrati di cui solo una parte, quella per altro meno interessata dalla pesante contaminazione del sottosuolo, sarebbe destinata ad accogliere le strutture e gli impianti del rigassificatore. A chi resterebbe quindi l’ onere di bonificare il resto del sito su cui sono state individuate aree destinate a discarica di terre decoloranti esauste e morchie acide di idrocarburi mescolate a ceneri del vecchio inceneritore di via Giarizzole? In quel terreno c’e’ diossina, ci sono idrocarburi policiclici aromatici di cui alcuni cancerogeni, ci sono pericolosi metalli pesanti… e si presume che ci possano essere ancora ordigni inesplosi lanciati dagli alleati nelle incursioni aeree del 1944E’ serio pensare che debba rimanere a carico del contribuente l’ onere della bonifica solo perche’ la Magistratura si e’ dichiarata nell’ impossibilita’ di individuare con certezza responsabili e responsabilita’ e perche su questo assunto e su difetti di forma, quantomeno sospetti, il TAR ha annullato l’ Ordinanza del sindaco Illy che imponeva alla multinazionale petrolifera di intervenire?All’ ultima Conferenza dei Servizi la nostra associazione ha consegnato al Direttore Generale del Ministero – una nota in cui si segnala l’esistenza di un elenco manoscritto che il capo deposito consegno’ ai responsabili del servizio rifiuti di Esso Italiana al momento in cui venivano dimessi i depositi costieri. Un elenco in cui sarebbero meticolosamente indicate le quantita’, la provenienza e la zona in cui sono depositati tutti i rifiuti ed i reflui tossici e nocivi che venivano abbandonati nell’ area destinata a ritornare di pertinenza dell’ Ente Porto di Trieste. Un elenco che sembra essere sparito dagli archivi romani della Esso.