COLTIVATE

chiediti come stai


Amati più che puoiE poi amati come vuoiE lascia stare chi ti punta sempre il ditoE lascia stare chi non l'ha capitoMettiti quel vestitoAnche se dicono che non ti staE smettila di dire sempreChe per ballare non hai più l'etàE poi chiediti come staiDa quanto tempo non lo fai?Tu che eri una che viveva d'istintoOra al futuro ci credi a stentoTu che per sempre non esiste maiChe non esiste chi ama come noiTu che più cadi più ritorni in piediTu che alla fine ancora un po' ci crediCi credi?A una vita cosìChe anche quando ti spettina è splendida, sìSembra quasi una corsa ad ostacoliE tuTu vuoi battere il record mondialeAnche quando il traguardo scompareSplendida, sì, splendida  Lo fate qualche volta?vi chiedete come state, vi fate dei complimenti se riuscite a portare a termine dei traguardi?vi premiate?Ultimamente  mi sto rendendo conto che sono come un satellite che ruota attorno agli altri, sempre a correre per aiutare, consigliare ,risolvere e poi ?poi niente, nessuno che ti dica grazie in prims, che riconosca il tuo impegno, il tuo aiuto...nessuno, è un dovere e stop.Anche uscendo con le amiche, niente sempre solo a parlare di se stesse, a lodarsi,sono le migliori al lavoro,a casa ecc...bla bla bla...salvo poi dire due cazzate sulla tua situazione sentimentale, senza nemmeno addentrarsi nel profondo, provare a far un discorso più articolato...niente... spari un giudizio e stop...con shignazzamento annesso...quindi ti vedi, ma è come se alla fine non si fosse usciti...quando arrivi a casa non ti senti nulla di più di cosa avevi prima di uscire...Salvo poi mandarti un sms ipocrita dopo per dirti come mai eri così e cosà...alla fine è un mondo di egositi che pensano solo a se stessi e basta,annegati nel loro ego.peccato che qnd loro avevano bisgno,tu c'eri eri lì, hai dato il tuo tempo,la comprensione tutto, senza prendere in giro, senza giudicare. La responsabilità delle persone soleUna vita di bellezza, una vita di paureUna vita a scoprire come cambi prospettiveAppena sposti amore, odio e tutto quel doloreE quindi urliamo le cose come stannoPerché il silenzio fu il danno e continuerà a bruciarci mezza vitaE per paura di questa cittàCi sottraemmo alla felicità, ma noiAbbiamo vinto giàRidiamo delle cicatrici, brindiamo alle debolezze