ushuaia

cose che non mi sono perso


sono giorni in cui si sente di tutto e il contrario di tutto. operazioni di vario sciacallaggio mediatico - e pazienza se stavolta mancano plastici di ville, biciclette, scarpe da ginnastica. si usano termini come pazzi, criminali, naziskin, bulli, codino, sinistra, ultradestra, lega, foza nuova, pestaggi.ho sentito anche la parola aneurisma associata a un pestaggio. non me ne vogliate se cito sempre quello, un'emorragia da aneurisma dopo che hai preso la tua razione benedetta di calci in faccia suona più o meno come un calcinaccio che devia un proiettile per fartelo arrivare dritto dritto in faccia.oddio, nell'italia che predica la riconciliazione nazionale sbandierando ai quattro venti l'efferatezza della lotta partigiana, può anche accadere che un ex fascista annacquato - e anche un pò rincoglionito, diciamocelo - dichiari che bruciare una bandiera di israele durante la fiera del libro a torino sia più grave di un ragazzo massacrato - per nessun motivo - a verona.stavolta mi tiro fuori, non partecipo - come pure, ahimè, ho fatto in passato - a questa operazione di etichettature, di grida da prefiche prezzolate, di caccia alle streghe che stavolta sono questi e poi sono quelli, e poi gli altri, in questo continuo scontro di tutti contro tutti.stavolta - operazione di lucida follia, e quanti aiuti ci da la nostra fantasia per impedirci di impazzire nel quotidiano divenire - stavolta, dicevo, me ne vado per ricordi.stavo per sbagliare mira, è tutt'oggi che penso a questo messaggio, ed è tutt'oggi che becco gli anni sbagliati. pensavo all'87 e al '97. e no, se parlo di cose che non mi sono perso devo aggiungere un anno.all'inizio della primavera dell'88 - non ci badate, nelle terre a sud del mondo gli anni iniziano in primavera - potevate trovarmi a urbino, giovane universitario perennemente senza un soldo. i primi tepori spingevano ad uscire, spingevano agli incontri e si sa, sarà così anche per voi, gli ormoni fanno il loro dovere e ti chiedono di fare il tuo.quella primavera si consumava in sigarette, in libri, poche lezioni, le prime trombate - ebbene sì, ho iniziato molto tardi, ma mica il pisello c'ha la scadenza come lo yogurt -, esami a raffica portati a casa.ricordo nitidamente una gita a pineto con due carissimi amici, tra giornali porno, concerto di sting annullato, giochi sulla spiaggia.ricordo il mio primo e unico 30 e lode. ricordo l'esame di diritto ecclesiastico con tale - buonanima - professore discendente di pio IX.ricordo la meravigliosa italia di vicini eliminata in semifinale agli europei, e olanda - che olanda, quella di van basten - unione sovietica - l'ultima volta - in finale.il fratello della mia morosa che storpiava il ritornello di 'they dance alone' cantando 'fucking with their fathers, fucking with their sons'. e a proposito, il concerto a modena, tra emozioni, gioia, cassette portate via dalla security, pomiciate in un cantuccio.arrivò poi l'estate vera, e lei a barcellona e poi ad hannover con la famiglia, e a settembre cucù, cicuta non lo voleva più.e a settembre decisi che la casetta in affitto in campagna mi stava stretta, era tempo di spostarsi in centro ai piedi della statua - e di fronte alla casa - di raffaello sanzio.continuarono a fioccare gli esami, ancora per qualche mese. nel frattempo arrivarono le canne, tante, buone. coltivate in casa. lo posso scrivere perchè non c'è più chi potrebbe menarmi, e perchè ormai, se reato vi fu, è andato in prescrizione.e finì l'88, e capodanno nella mia casetta di fronte all'artista, con gli amici e le pentole sporche e i maccheroncini al fumè e il risiko fino alle sei del mattino.quell'anno strano che andava da primavera a primavera finiva con l'esame di economia politica, a rendere completa la più straordinaria strisca di tutto il mio cursus (dis)honorum: una dozzina di esami in un anno, molti molto tosti, senza troppo badare al voto, ma si trattava di finire, e presto...quell'89, quello che cominciava in quella primavera, sarebbe stato un disastro sotto molti punti di vista.ma questa, direbbe lucarelli, è un'altra storia.la primavera del '98 mi vedeva ospite, non molto felice per la verità, del locale nosocomio. una qualche troppo forte emozione non troppo bella, protratta per alcuni mesi, aveva convinto quella roba che sta nel petto e dovrebbe fare tùm-tùm con una certa regolarità, a comportarsi invece come meglio gli aggradava.oddio, non sono proprio un fan di ansiolitici e tranquillanti, e non ne presi.quello che mi disse il cardiologo, semplicemente, mi fece mettere in archivio certe emozioni.in quella primavera vegetavo più o meno in un limbo in cui non sapevo che fare. ero più o meno un bamboccione, come avrebbe detto lo schioppato. vivevo coi miei, anche perchè lavoravo senza prendere un soldo.avevo dato lo scritto per l'abilitazione, ma avevo studiato... una settimana, potevo mica averlo passato, no?!? d'altra parte, arrivava il tempo delle scelte, e mi guardavo intorno. basta pratica a zero stipendio. aspettavo il risultato e poi avrei deciso.ma intanto giravo con gli amici, e molto. tanto, non avevo più la morosa (l'ennesima).fu orbetello, e porto santo stefano, e saturnia, sovana, pitigliano e l'uccellina il primo maggio. felice perchè il sole mi baciava e perchè la testa tornava a posto.ho il ricordo nitido (e dài!) di una notte di inizio estate, in giro tra pub e strade, e indecisioni se entrare in un night - sì, di quelli dove ci son le spogliarelliste - e non ci entrammo. e poi loro andarono via, erano le cinque, le sei, l'alba era meravigliosa sul lungomare di rimini, e la radio alla macchina mi dava i modena city ramblers, e mi accompagnavano con dolcezza. il ricordo di quella notte è così nitido perchè fu la notte in cui uscì definitivamente dai miei incubi. e ritornai a vivere.fu il concerto di lindo ferretti e il c.s.i. ad urbino.era una bella estate, di sole e di mondiali.nesta si ruppe una gamba con l'austria. cannavaro fece il fenomeno col cile di salas. vieri giustiziò la norvegia. zidane - benedetto figlio del cielo, alla fine abbiamo vinto noi, ma per l'eternità tu sei quel calcio che materazzi neanche capisce cosa sia - prendeva a testate il mondo già allora, ma alla fine spezzava le gambe già piegate di ronaldo. nel mezzo, il mio baggio - che dio lo preservi sempre - metteva il pallone a due centimetri dalla traversa e di biagio sbagliava un rigore. ciao italia.succede poi che quando uno è felice il signorino capisce e va a fare i dispetti da un'altra parte. e allora uno scritto dato per caso ti rende idoneo all'orale.succede che siccome te ne vuoi andare al mare lo stesso, decidi di andare a fare il portiere notturno in un albergo, così la notte studi, conosci gente, ti diverti con tipi ganzi e ti incazzi con tipi deficienti, la mattina dormi e il pomeriggio vai in spiaggia.arrivò settembre, arrivò la fine del mese che mi regalò lo stomaco distrutto dall'avvicinarsi dell'esame.ma quella fine mese mi regalava pure la mia marinaia, e pochi giorni dopo l'abilitazione.fu orbetello, e porto santo stefano, e saturnia, sovana, pitigliano e l'uccellina il primo novembre. felice perchè erano i giorni in cui niente poteva farmi male.finiva l'anno, arrivava natale e capodanno, gli ultimi con un angelo.quell'anno bello che andava da primavera a primavera finiva all'inizio di aprile '99 nella mia scozia. edimburgo, loch ness, inverness, l'isola di skye e uig, pasqua nel vecchio carcere di inverary, pasquetta a stonehenge - i monoliti visti da fuori perchè arrivammo troppo tardi.quel '99, quello che iniziava quella primavera, avrebbe potuto essere l'anno più felice della mia vita, e fino ad un certo punto lo fu. ma il signorino decise che il mio angelo era troppo prezioso per lasciarmelo, e se lo prese.e cambiò tutto. ma anche questa è un'altra storia.ecco le cose che non mi sono perso evitando di finire in carcere a 19 anni, e vivendo libero i miei 20 anni nell'88.ecco le cose che non mi sono perso evitando di morire a 29 anni, e vivendo felice i miei 30 anni nel '98.