ushuaia

appunti di viaggio- fotografie -


"... you will see light in the darkness, you will make some sense of this, you will see joy in this sadness, you will find this love you miss, and when you've made your secret journey you will be a holy man..."(the police, secret journey)26 agosto- la colazione è squisita, siamo a tavola con due ragazze di philadelphia e un signore di miami con una bimba bellissima. la nostra ospite ci serve con un sorriso che scioglie il cuore, il figlio è di là in cucina che mette un pò di ordine.sarebbe proprio un quadretto sereno, alla fine abbiamo anche dormito bene in quel letto così morbido, caldo mentre fuori la temperatura è calata molto.eppure non vedo l'ora di andare via. no, non è esatto, ho proprio bisogno di fuggire da questo posto. so che non c'è niente di razionale, di intelligente, di sensato in quello che sto provando, non c'è niente di reale in un sogno che si trasforma in un incubo e in una voce che ti urla "vattene via" - adesso sento pure le voci -, ma il fatto è che è esattamente quello che voglio fare, al più presto: andarmene da questa casa, il più lontano possibile. dietro tutta questa serenità sento qualcosa di cattivo, di veramente malvagio.- l'aria fuori è davvero fresca, almeno una decina di gradi meno di ieri, e anche la camicia a maniche lunghe protegge ben poco. ma quest'aria frizzante, mentre andiamo a prendere la macchina al parcheggio, sa di buono, di sano.prima di partire, memori di quanto è successo nei giorni scorsi, prenotiamo la nostra camera a montreal, così non avremo la preoccupazione di arrivare troppo tardi.- andando verso sud la temperatura sale un pò. continuiamo a costeggiare il san lorenzo, ormai questo tratto di costa l'abbiamo consumato a furia di percorrerlo. lungo la strada troviamo un piccolo bar, sembra quasi di quei locali sperduti in qualche deserto americano, solo che qui c'è la strada, c'è il fiume, il verde delle colline. ci sediamo in questa veranda profumata di fiori e di essenze, la barista, dopo averci servito, si accomoda al tavolino di fianco e mangia un sandwich mentre sfoglia una rivista. tanto il locale è vuoto, anzi, sarebbe pure chiuso.tutti e tre, noi e lei, sembriamo tre piccole lucertole in cerca di un raggio di sole e di tepore.- a donnacona non resisto, sono così grato, in cuor mio, a quella donna che qualche giorno fa ci ha aiutato a trovare il motel, che ho voglia di tornare da lei per ringraziarla ancora. non è in casa, certo, è mattino e anche qui in qualche modo a lavorare ci vanno; le lasciamo un bigliettino nella buca della posta.- giochiamo una sorta di nascondino con montreal.varie volte, in questi giorni, ci siamo arrivati e ce ne siamo allontanati subito.anche adesso, ad inizio pomeriggio, decidiamo di non fermarci subito in città, ma di proseguire lungo questa sorta di tangenziale/autostrada e dirigerci verso oka, una cinquantina di km a sud-ovest, dove c'è un monastero che, assicura la nostra lonely planet, è assolutamente imperdibile.lungo la strada - piccolo il mondo! - chiediamo informazioni ad un ragazzo. parlando, viene fuori che sua moglie è italiana, di un paesino vicino a quello dove sono nato!- il monastero di oka è davvero molto bello. frati trappisti, monaci di clausura, qui il silenzio è d'oro, anche se vi è annesso un collegio e i ragazzini, all'esterno, sono abbastanza chiassosi. ci addentriamo nella piccola chiesetta, forse avremmo la curiosità di parlare un pò con questo frate in portineria, ma ci torna fuori la timidezza e poi lui non alza gli occhi dal giornale, e ce ne stiamo zitti. poco dopo, è il momento di andare.- e finalmente montreal.nonostante sia una metropoli abbastanza notevole, ci appare subito molto ordinata.certo, essere in autostrada nell'ora di punta dell'uscita dal lavoro non è il massimo, eppure non ci sono code interminabili.in città, poi, il traffico è del tutto tranquillo, le strade sono belle larghe.una cosa la notiamo subito: montreal, per quanto sia anch'essa piena di grattacieli, che comunque non reggono il paragone con quelli di new york, nonostante sia affollata di gente mediamente indaffarata, con le sue luci, le sue insegne, ciclisti col caschetto e pedoni e taxi e studenti all'uscita dall'università mc-gill, nonostante tutto questo montreal ci appare, da subito, una città 'ariosa', aperta, luminosa.- rue berri, il b&b si chiama shezelles.non riuscirò mai a descrivere cos'è shezelles, colore, etnicità, allegria, calore, ma che dico, gioia di vivere, semplicità.entri in casa, in questa casa immersa nel verde dei suoi rampicanti, e ti togli le scarpe, lyne ha troppo da fare, in questo momento, per prestarti un pò di attenzione, è lì che sta tentando di fare due chiacchiere con quest'amica che è venuta a trovarla, e mica ha tempo per i due nuovi ospiti, andate in camera e mettetevi a posto, tra poco arrivo.siamo letteralmente 'sequestrati, consegnati' in stanza, ma la cosa ci fa sorridere, mette gioia, appunto, solo che la macchina, fuori, è parcheggiata col disco orario, e vabbè che deve parlare con l'amica, ma a noi fanno la multa.dopo qualche minuto è con noi, ci mostra il bagno, faremo colazione alle otto, rigorosamente alle otto e rigorosamente tutti insieme, ospiti e padrona di casa, anzi, dovrebbero essere in due perchè ci sarà anche lucie, l'altra proprietaria, alla parete le loro foto di qualche viaggio in tibet o india o comunque da quelle parti; per la registrazione facciamo in tempo, anche il pagamento, rimanete due notti? bene, adesso andate chè devo finire di parlare, ecco le chiavi, ciao ciao... energia allo stato puro, ecco cos'è. ma anche tanta grazia, e i pochi convenevoli sono il modo migliore per metterti a tuo agio.- sono all'avis, è chiuso.devo parcheggiare l'auto in questo parcheggio interno, che non è esclusivo dell'avis, e buttare le chiavi nell'apposita buchetta. per sicurezza, chiedo conferma al custode.ma io non lavoro mica all'avis...... sì, ho capito, ma saprai come funziona, lavori qui, ti sarà capitato che qualcuno ti chieda se va bene così...... ma sì, credo che vada bene..vorrei dargli un cazzotto in faccia a questo coglione, interviene il collega che ha capito che c'è un pò di tensione, e mi conferma che posso tranquillamente lasciare la macchina e la chiave.- rue sainte catherine è la vera anima di questa zona della città, una sorta di 5th avenue, ovviamente con le dovute proporzioni.negozi alla moda, banche, ristorantini carini; ma poi cambia scenario e diventa il cuore della chinatown di montreal, comunque ordinata; e poi ti trovi immerso nella zona a luci rosse, senza soluzione di continuità: cioè, non è che all'improvviso diventa degradata, no, solo che attaccato al bel negozio magari trovi il peep-show o il sexy shop.- quella che a noi sembra una mostra del cinema è in realtà una sorta di festival d'essai, anzi, è una rassegna estiva di film, alcuni anche molto vecchi. stasera non ci interessa, e siamo pure affamati, ci infiliamo in un bel ristorante francese, molto moderno, salvo poi scoprire che è inserito all'interno di un teatro e i bagni, nel sotterraneo, sono delle vere e proprie esposizioni di opere d'arte contemporanea.- tornando al b&b, lungo rue saint denis, proprio come a quebec city quando tornavamo da mr. albània, scopriamo un mondo fatto di ragazzi, piccoli locali, ristoranti di ogni tipo, dal vietnamita allo spagnolo, alla birreria, e poi musica, tanta, anche se il tutto vissuto in una penombra che sa anche di buio fisico, di oscurità silente.27 agosto- ore 8. tutti a tavola, e tutti insieme.io e la marinaia, italiani. una dottoressa tedesca che vive da qualche anno in australia. una coppia di ragazzi, lui inglese, lei spagnola. un'altra coppia, francesi. e lyne. il bello è che si parla di tutto e in tutte le nostre lingue, francese/italiano/spagnolo/inglese/tedesco, tutti in uno sforzo comune di parlare con l'altro nella lingua dell'altro per condividere le proprie esperienze.in poche parole, una babele che funziona.- scopriamo, ce lo dicono i due ragazzi, che a poca distanza dal nostro b&b c'è un posto informazioni dove si possono prendere in prestito, gratis, delle biciclette per tutto il giorno. siccome il numero di bici disponibile è limitato, dopo colazione andiamo subito a metterci in fila.- la cosa incredibile, mentre ci spostiamo verso il centro, è ritrovarsi in una metropoli, in mezzo al traffico, girando tranquillamente in bicicletta come lo faremmo al nostro paese. montreal, da questo punto di vista, è estremamente organizzata, anzi, risulta essere la città del nord america con la più vasta rete di piste ciclabili.caschetto in testa, bici seminuova, zainetto in spalla e cartina aperta nel cestino, tra un grattacielo e una banca e una macchina che ti lascia il passaggio e un'altra che non ti urla perchè sei passato col rosso - e noi, io e la marinaia, lo facciamo continuamente...- entriamo alla basilica di notre dame, ma ciò che ci colpisce non è la facciata nè l'interno, tutto in stile gotico, bensì...c'è questo ragazzo che entra e sbatte un pò troppo i piedi per essere in chiesa. va verso il fondo della navata centrale, c'è un catafalco in marmo, siamo lontani e non vediamo, forse una qualche tomba di qualche santo. si avvicina, si inginocchia, all'inizio è solo un mormorio inudibile dal fondo della chiesa, poi si alza, comincia a parlare ad alta voce, urla, ride in faccia al santo o beato o quel che è, probabilmente gli sta rinfacciando un qualche torto subìto, e tiene il suo sermone, nel suo monologo deve avere una qualche razionalità, e il custode che accorre deve essere abituato a questo tipo di scene, perchè non è che lo caccia, gli dice qualcosa, con calma, l'altro sbraita un altro minuto, finisce la sua reprimenda e se ne va.- è uscito dalla chiesa, a far gruppo, solo in mezzo a tante altre solitudini, con altri barboni. ecco cos'era, un homeless.è questa un'altra cosa incredibile. ogni piazza, ogni strada, giardino, parco, tutti i sagrati delle chiese, fuori dai teatri, davanti a fontane ricchissime come davanti ai sexy shop o sui gradini di un qualche palazzo vetusto... è tutto un pullulare di barboni, di persone che vagano con un bicchiere di carta in mano a riempirlo di spiccioli.li guardo e mi chiedo dove vadano a morire, queste persone, spariscono con una sorta di gioco di prestigio, così come non sai mai se e quando e dove un cinese muore. i barboni, pessima parola, rappresentazione umana del randagismo animale, quasi simbolo di una natura che non si adegua al conformismo consociativistico. mi chiedo se sia una scelta necessariamente perdente...- montreal ha quest'aria, un vecchio signore pieno di dignità e con un vestito e un cappotto da signore, solo che è tutto liso e stinto, e probabilmente la pelle e la carne sotto quel cappotto e quel vestito sono lacere e piagate. avverti, ma è solo una sensazione, il degrado, ma non senti odore di marcio, di muffa; sembra tutto solo un pò old-fashion, demodè, una sofferenza esibita ma non sbattuta in faccia volgarmente. e questo fa ancora più male.- la cathedrale marie-reine-du-monde è la ricostruzione esatta, in scala 1 a 4, della basilica di san pietro di roma. anche il baldacchino del bernini è riprodotto quasi fedelmente, ed è forse la parte meno grottesca di un edificio che, per il resto, sa di poco.- approfittiamo delle biciclette per andare verso la petite italie, fatta di case basse e piccoli edifici, come peraltro anche il resto della città al di fuori del centro commerciale.il pranzo in un altro ristorantino francese, una brodaglia travestita da pollo in salsa di non so che cosa, e poi, a metà pomeriggio, stanchi di pedalare consegnamo le biciclette e torniamo verso rue sainte catherine a piedi.- sarà perchè per comprare ci metto sempre tre anni, o perchè la carta di credito urla pietà, o perchè tanto faccio in tempo anche domattina - ma so che domattina non tornerò - insomma, il tizio del negozio ha in mano un paio di scarpe molto belle, ha un modo di fare convincente ed è simpatico, quando capisce che non le comprerò... si ferma a fare due chiacchiere con noi... fatto sta che le scarpe rimangono lì...- è buio, il film, che stasera abbiamo visto, è appena finito. rientriamo in camera, qualcuno ci segue, no, è solo un'impressione.la nostra stanza da lyne e lucie, bambù e moquette, "l'asiatique" il suo nome.è l'ultima sera in canada, buonanotte.28 agosto- c'è un sapore di saluti.stamattina a colazione non c'erano i francesi e la tedesca, e i due ragazzi partiranno stasera, come noi. anche lyne è un pò più trafelata, aspetta nuovi ospiti più tardi, e comincia ad organizzarsi la giornata.- riprendiamo le biciclette e ce ne andiamo verso lo stadio olimpico.il velodromo è stato trasformato in una biosfera, dentro sono riprodotti quattro ecosistemi diversi, c'è la foresta tropicale, la foresta dei monti laurenziani, la foresta tipica del san lorenzo, e l'artico/antartico. è un percorso emozionante, tra bambini estasiati e curiosi, animali di ogni tipo, insetti, serpenti, pinguini, coccodrilli, castori, e alberi d'alto fusto, muschi, licheni, liane, palme... si fa fatica solo a ricordarli tutti, dal caldo dei tropici al temperato delle foreste canadesi, al gelo - rigorosamente 'ingabbiato' dietro ampie vetrine - dei poli.uscendo, saliamo alla torre dello stadio, la più alta torre inclinata del mondo. facciamo prove di decollo, il panorama mozza il fiato, la giornata limpida aiuta a vedere per molti chilometri verso l'orizzonte.- si è fatta quell'ora.restituiamo le biciclette e chiamiamo angelo, il tassista con cui ieri avevamo quasi concordato il passaggio all'aeroporto, per dirgli di non venire a prenderci. il costo sarebbe stato 38 dollari; metrò e autobus ci mettono pochi minuti in più e, per due, costano 5,50 dollari.a fine vacanza son finiti pure i soldi, meglio risparmare.- quell'aereo della spain air continua ad andar su e venir giù, nella mia testa. mi consola molto sapere che il ritorno, fino a parigi, è su un bel 747, un meraviglioso, spazioso e grande jumbo.scoprirò più tardi, sulla cartina elettronica dell'aereo, che anche su un jumbo drummondville non è solo un paesino...- per il momento..."l'aeroporto è pieno delle solite facce da aeroporto. l'atmosfera è di tranquilla attesa, ma ho sempre pensato che.... e si vede, in cuor loro si dicono che è l'ultima volta..."... si vede che è l'ultima volta prima della prossima...